Le convulsioni/Scena II
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Francesco Albergati Capacelli - Le convulsioni (XVIII secolo)
Scena II
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Ruffino e detto.
- RUFFINO
- (incontrando Lorenzo) Oh! oh!
- LORENZO
- Eh! eh!
- RUFFINO
- Sei alzato sí di buon’ora?
- LORENZO
- Neppur tu sei in letto, mi pare.
- RUFFINO
- Purtroppo.
- LORENZO
- E che cosa vuoi?
- RUFFINO
- E che cosa fai?
- LORENZO
- Non lo vedi? Vado per brodo e per fuoco.
- RUFFINO
- Ed io vengo...
- LORENZO
- A romperci il capo, come fa il tuo padrone.
- RUFFINO
- Che cosa vorresti dire?
- LORENZO
- Voglio dire quello che ognuno già può vedere. In una casa entra precisamente il demonio quando ci entrano i pazzi amori. Oh! lasciami andare...
- RUFFINO
- Il mio padrone vorrebbe che la tua padrona sapesse...
- LORENZO
- Io non porto di queste ambasciate.
- RUFFINO
- Ma noi altri servitori siamo obbligati...
- LORENZO
- Sí, siamo obbligati a servire, ma se intimamente possiamo accorgerci di cose non permesse, allora non si obbedisce; e occorrendo si pianta anche i padroni.
- RUFFINO
- Bene: farò l’ambasciata a tua moglie.
- LORENZO
- Sí, per questa volta fagliela pure, ch’ella l’accetterà. Ma o in questa casa si cangeranno costumi, o giur’a Bacco, mia moglie ed io cangerem casa (e via in fretta).