Le cento novelle antiche/Novella XXXVIII

Novella XXXVIII

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D’uno strologo ch’ebbe nome Melisus, che fu ripreso da una donna.


NOVELLA XXXVIII.


Uno lo quale ebbe nome Melisus fue grandissimo savio in molte scienzie; e spezialmente in istrologia, secondo che si legge in libro sesto de civitate Dei. E conta che questo savio albergò una notte in una casetta di una feminella. Quando andò la sera a letto, disse a quella feminella: vedi, donna, l’uscio mi lascierai aperto sta notte, perch’io sono costumato di levare a proveder1 le stelle. La femina lasciò l’uscio aperto. La notte piovve, e dinanzi avea una fossa, [p. 59 modifica]et empiessi d’acqua. Quando elli si levò, sì vi cadde dentro. Quelli cominciò a gridare aiutorio. La femina domandò, che hai? Que’ rispose: io sono caduto in una fossa. Ohi cattivo, disse la femina. Or tu badi nel cielo, e non ti sai tenere mente a’ piedi. Levossi questa femina, et aiutollo; chè periva in una fossatella d’acqua per poca e per cattiva provedenza.

Note

  1. provedere; cioè osservare. È il prospicere de’ Latini: e val propriamente osservar da lontano.