Le cento novelle antiche/Novella XCIV

Novella XCIV

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Novella XCIII Novella XCV
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Qui conta della volpe e del mulo.


NOVELLA XCIV.


La volpe andando per un bosco, si trovò un mulo, e non avea mai più veduti. Ebbe gran paura, e fuggì; e così fuggendo, trovò il lupo. Disse come avea trovata una novissima bestia, e non sapea suo nome. Il lupo disse: andiamvi. Furo giunti a lui. Al lupo parve vieppiù nuova. La volpe il domandò di suo nome1. Il mulo rispose: certo io non l’ho bene a mente; ma se tu sai leggere, io l’ho scritto nel piè diritto di dietro. La volpe rispose; lassa, ch’io non so leggere; chè molto lo sapre’ volentieri. Rispose [p. 128 modifica] il lupo: lascia fare a me, che molto lo so ben fare. Il mulo si li mostrò il piè diritto, sì che li chiovi pareano lettere. Disse il lupo: io non le veggio bene. Rispose il mulo: fatti più presso, perocchè sono minute. Il lupo si fece sotto, e guardava fiso. Il mulo trasse, e dielli un calcio tale, che l’uccise. Allora la volpe se n’andò, e disse: ogni uomo che sa lettera, non è savio.


Note

  1. il domandòFonte/commento: 170 di suo nome. Nella edizione di Bologna sta nel seguente modo: La volpe il domandò. Il mulo rispose: certo ecc.; e le parole di suo nome vi mancano. È cosa evidente che ne furono ommesse per inavvertenza; perciocchè vi sono assolutamente richieste dal senso; ed effettivamente ci sono nella stampa del 72.