Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
127 |
colto1: chiamollo, e disse: o sere, io mi vorrei confessare. Rispose il prete: confessastititu anno2? E que’ rispose: sì. Or metti un danaio nel colombaio; e quella medesima ragione ti fo uguanno3, che anno.
Qui conta della volpe e del mulo.
NOVELLA XCIV.
La volpe andando per un bosco, si trovò un mulo, e non avea mai più veduti. Ebbe gran paura, e fuggì; e così fuggendo, trovò il lupo. Disse come avea trovata una novissima bestia, e non sapea suo nome. Il lupo disse: andiamvi. Furo giunti a lui. Al lupo parve vieppiù nuova. La volpe il domandò di suo nome4. Il mulo rispose: certo io non l’ho bene a mente; ma se tu sai leggere, io l’ho scritto nel piè diritto di dietro. La volpe rispose; lassa, ch’io non so leggere; chè molto lo sapre’ volentieri. Rispose
- ↑ nel colto. Colto, sostantivo pronunciato coll’o chiuso val luogo coltivato.
- ↑ confessastititu anno? cioè l’anno passato. A questo modo l’usa spesso in molti luoghi di Lombardia la gente del contado.
- ↑ uguanno è voce oggidì andata in disuso. Qui vale quest’anno.
- ↑ il dimandòFonte/commento: 170 di suo nome. Nella edizione di Bologna sta nel seguente modo: La volpe il domandò. Il mulo rispose: certo ecc.; e le parole di suo nome vi mancano. È cosa evidente che ne furono ommesse per inavvertenza; perciocchè vi sono assolutamente richieste dal senso; ed effettivamente ci sono nella stampa del 72.