Le Ricordanze (Rapisardi 1894)/Parte terza/Rassegnazione
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RASSEGNAZIONE
Uom che con mente ingrata
E con parola acerba
Sferza colei che gli fu cara un giorno.
Sol perchè d’altri amata
Nulla de l’amor suo memoria serba;
O che del grave scorno
Cerca vendetta, o gode
Nel mal di lei, non merita
D’uom saggio il nome, e non avrà mia lode.
Instabil per natura,
E stolto è chi noi crede,
Amor, nobile ebbrezza, è allor più bello
Che picciol tempo dura,
E il suo scettro al feral tedio non cede.
Nè chi in geloso ostello
Chiudere Amor si ostina,
L’onora o il fa propizio,
Anzi fabbro ei divien di sua mina.
Di fidi e di costanti
Visceri Amor non gode,
Nè più dura secondo a qual più il cole;
Ma spesso i suoi sembianti
Più mostra a lui che in dispregiarlo è prode,
Tal, se di contro al Sole
Tu vai, qual fida amica
L’ombra ti segue, e involasi
A chi dietro di lei più s’affatica.
Se questo è fato umano,
E così avvien che s’ami,
Perchè dovrei dietro al fuggente raggio
D’Amor correre invano?
Forse risorge il Sol, se a notte il chiami?
Di me saria più saggio
Fanciul, che per fiorito
Campo desia riprendere
Caro augellin che gli è di man fuggito.
Godi però dei tuoi
Nuovi trionfi, o sempre
Cara beltà, finchè t’arrida aprile:
Saggio amator per noi
Quegli non è che adamantine ha tempre,
E tien la terra a vile;
Ma di saggezza amante
Solo ne par chi sappia
Cogliere a volo il desiato istante.
L’uom più che d’altri ha cura
Di sè; larva mentita
Di sagri ficio altri a sua posta assuma,
Comico eroe: Natura
Altro ne insegna. Io, fin che senno e vita
Dentro di me si alluma,
Penserò grato al laccio
Che ne costrinse, e un aureo
Sogno d’amor farò d’un’altra in braccio.