Le Ricordanze (Rapisardi 1894)/Parte seconda/Un giunco
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UN GIUNCO
Sol soletto alla gioconda
Fresca brezza del mattin
Trema un giunco in su la sponda
D’un argenteo ruscellin.
Dentro al suol per via romita
Lieto ei sugge il fresco umor,
Nè gli cal se la sua vita
Non ha fronda e non ha fior.
Scherza il rivo a lui dintorno,
Sopra lui sorride il ciel;
Guarda ei l’onda e notte e giorno.
Fino a lei non va il suo stel.
Fresca, tersa e cristallina
L’onda volgesi al suo piè;
Lento lento egli si china,
E par chiegga a lei mercè.
Verso l’onda, verso il rivo
Più si china e notte e dì;
Già il saetta il raggio estivo,
Già il suo verde inaridì.
China, china, e dolce invito
Nel fuggir l’onda gli fa;
Purchè all’onda ei muoia unito,
Lascia il suolo, e al mar sen va.
Su quell’onda all’aer nero
Un pietoso astro brillò;
Venne all’alba un capinero,
E in suon flebile cantò:
Amor mio, dolce amor mio,
Come il giunco io vuo’ languir.
Come il giunco in grembo al rio
Venir teco e poi morir.