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Fresca, tersa e cristallina
L’onda volgesi al suo piè;
Lento lento egli si china,
E par chiegga a lei mercè.
Verso l’onda, verso il rivo
Più si china e notte e dì;
Già il saetta il raggio estivo,
Già il suo verde inaridì.
China, china, e dolce invito
Nel fuggir l’onda gli fa;
Purchè all’onda ei muoia unito,
Lascia il suolo, e al mar sen va.
Su quell’onda all’aer nero
Un pietoso astro brillò;
Venne all’alba un capinero,
E in suon flebile cantò:
Amor mio, dolce amor mio,
Come il giunco io vuo’ languir.
Come il giunco in grembo al rio
Venir teco e poi morir.