Le Ricordanze (Rapisardi 1872)/Parte seconda/Un giunco
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UN GIUNCO.
Sol soletto a la gioconda
Fresca brezza del mattin
Trema un giunco in su la sponda
D’un argenteo ruscellin.
Dentro al suol per via romita
Lieto ei sugge il fresco umor,
Nè gli cal se la sua vita
Non ha fronda e non ha fior.
Scherza il rivo a lui d’intorno,
Sopra lui sorride il ciel;
Guarda ei l’onda e notte e giorno,
Ma fin lei non va il suo stel.
Fresca, tersa e cristallina
L’onda volvesi al suo piè;
Lento lento egli si china,
E par chiegga a lei mercè.
Verso l’onda, verso il rivo
Più si china e notte e dì,
Già il saetta il raggio estivo,
Già il suo verde inaridì;
China, china, e dolce invito
Nel fuggir l’onda gli fa;
Purchè a l’onda ei muoia unito
Lascia il suolo e al mar sen va.
Su quell’onda a l’aer nero
Un pietoso astro brillò;
Venne a l’alba un capinero,
E così così cantò:
Amor mio, dolce amor mio,
Come il giunco io vuo’ languir,
Come il giunco in grembo al rio
Vuo’ baciarti e poi morir.