Le Ricordanze (Rapisardi 1872)/Parte seconda/Nel Natale
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NEL NATALE.
La cornamusa del natal, la mesta
Musica dei pastori,
Vien sotto al mio balcon, viene, e mi desta
Coi mattutini albori.
Malinconico, incerto a l’aure vane
Nuota quel pio concento;
Uggiola per le vie rigide il cane,
Fischia ai miei vetri il vento.
Care gioie infantili, aurei fantasmi
De la mia prima aurora,
Ingenue fedi, ardenti entusïasmi,
Morti non siete ancora.
Veggio al mio freddo letticciol d’intorno
Danzar la mia speranza;
Torna a le rose ch’io sognava un giorno
La giovanil fragranza;
Piove un balsamo pio sovra ai mortali
Sensi del mio dolore;
Sento aleggiar sui tiepidi guanciali
Il mio sogno d’amore.
Corre un’aura di ciel dentro a l’amato
Guardo che il cor mi tocca,
E la vaghezza d’un gentil peccato
Gli freme in su la bocca.
Vieni, oh! vieni, amor mio, lieve siccome
Foglia di fior sul rivo;
Chiuderò fra le tue nitide chiome
Il mio bacio furtivo.
Vieni, saprai perchè distrugge il sole
Le brume a la foresta,
E perchè al suono de le tue parole
Arde quest’alma mesta.
Ma il suon cessò. Da lo spiraglio incerto
Manda l’alba il suo lume;
Lascianmi i sogni miei freddo e deserto
Su l’incresciose piume.
Cessò quel suono. Io derelitto e muto
Co ’l mio dolor rimango...
Caro amor mio, ti mando il mio saluto,
Bacio i tuoi fogli, e piango.