Le Nuvole (Aristofane-Romagnoli)/Parte prima

Parte prima

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Prologo Parodos

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Lo Scolaro apre l’uscio, e si vede l’interno della casa di Socrate. Socrate è dentro un corbello sospeso in aria; molti discepoli sono in atto di meditazione buffonescamente esagerata, e alcuni contemplano il suolo a capo chino.

lesina
Ercole mio! Che bestie sono quelle?

scolaro
Ti meravigli? A chi ti rassomigliano?

lesina
Agli Spartani catturati a Pilo!
Durante tutta la scena alcuni scolari escono via via incuriositi
a guardar Lesina.
Ma perché dunque guardano giú in terra,
codesti cosí?

scolaro
Cercano, codesti,
cosí, le cose di sotterra!

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lesina

Ho inteso,
cercano porri. — Non vi confondete
più: lo so io dove ce n’è di grossi
e di belli! — E quegli altri a capo sotto,
che cosa fanno?

scolaro

Scrutano i misteri
d’ Èrebo, giù nel Tartaro!

lesina

E che cosa
contempla il culo, volto verso il cielo?

scolaro

Impara per suo conto astronomia!
Si rivolge agli scolari che si sono oramai addensati intorno a Lesina.
Entrate, voi, che lui non vi ci colga!

lesina

No, ancora, ancora no! Restino: voglio
comunicargli un affaruccio mio!

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scolaro

Non è permesso, a questi, rimanere
troppo tempo qui fuori, all aria aperta!
Gli scolari entrano, seguiti da Lesina e dal suo ir traduttore.

lesina

Ammira via via i vari strumenti astronomici, geografici, geometrici,
che si trovano nel Pensatoio.
Oh santi Numi! E di’, che roba è questa?

scolaro

Questa è l’astronomia!

lesina

E questa, che?

scolaro

È la geometria!

lesina

Senti! E a che serve?

scolaro

A misurar la terra.

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lesina

Quale? Quella
’ da spartire?

scolaro

No no! Tutta la terra!

lesina

Utile e popolare, è la pensata!
Mi garba assai, quello che dici!

scolaro

Questa,
vedi, è la pianta dell’ intera terra:
questa è Atene...
\ LESINA
Che dici? Non ci credo!
I giudici in seduta non li vedo!

scolaro

E questo è proprio il territorio attico.

lesina

E i Cicinnesi, borghigiani miei,
dove sono?

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scolaro

Son qui. Vedi l’Eubèa
che si distende per si lungo tratto?

lesina

Eh, il brutto tratto glie l’ha fatto Pericle
insieme con noialtri! E dov è Sparta?

scolaro

cercando un po’.
Dove?... Eccola qui!

lesina

Quanto è vicina
a noialtri! Bisogna allontanarla
d’un buon pezzo! Pensateci sul serio!

scolaro

Perdio, mica è possibile!

lesina

E voialtri
ve ne dovrete accorgere!
Leva gli occhi e vede Socrate sospeso in aria.

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Ma dimmi,
chi è quell’uomo dentro a quel corbello
sospeso?

scolaro

È lui!

lesina

Chi lui?

scolaro

Socrate!

lesina

Ehi, Socrate!
Socrate non risponde: Lesina si volge allo Scolaro.
Da bravo, amico, chiamamelo tu!

scolaro

Chiàmatelo da te: io non ho tempo!
Se ne va.

lesina

Ehi, Socrate!
Ehi, Socratuccio!

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socrate

riscuotendosi dalla profonda meditazione. ^
A che, mortai, m’appelli?

lesina

Dimmi prima che fai, fammi il piacere!

socrate

Per l’ètra movo, e il sol dall’alto io guardo!

lesina

E stando in terra, i Numi non li puoi
guardar dall’alto? Ci vuole il corbello?

socrate

1 celesti fenomeni scrutare
giammai potrei dirittamente, senza
tener sospesa la mie mente, e mescere
il sottil pensier nell’omogeneo
ètra. Se dalla terra investigassi,
di giù le cose di lassù, non mai
le scoprirei; poiché la terra a forza
attira a sé l’umore dell’ idea.
Anche il crescione ha la virtù medesima!
Amtof»ne - Commedie, II - 3.

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lesina

( sbalordito.
Che dici?
L’idea tira l’umore nel crescione?
Andiamo, Socratino, vieni giù
qui da me, senti perché son venuto.

socrate

discende.
A che venisti?

lesina

Ad imparare l’arte
di discorrere. Frutti e creditori
assassini mi tirano, mi straziano,
e la mia roba va sotto sequestro.

socrate

Come? T’ indebitasti senza addartene?

lesina

La cavallite, è stata a rovinarmi:
un male che ti rode infino all’osso!
Ma insegnami, suvvia, quello dei due
ragionamenti che non paga i debiti;
ed io ti sborserò la ricompensa
che vorrai. Chiamo a testimoni i Numi.

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socrate

Che Numi testimoni? Cominciamo
che non corre, fra noi, questa moneta!

lesina

E quale corre? Forse le monete
di ferro, come quelle di Bisanzio?

socrate

Vuoi sapere davvero come stanno
le faccende celesti?

lesina

E si, se è lecito!

socrate

E metterti a parlare con le Nuvole,
nostri Numi?

lesina

Lo credo!

socrate

E allora, siedi
sul letto sacro!
Gl indica un letticciuolo.

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lesina

Eccomi qua seduto!
Accorrono alcuni discepoli, portando tutto l’occorrente
per un sacrificio: corona, fior di farina, fuoco.

socrate

Prendi questa corona.

lesina

E la corona
per far che cosa?... Ahimè, Socrate, mica
mi vorrete sgozzar come Atamante!

socrate

No! Noi facciamo tutte queste cose
agl’ iniziati!

lesina

E che ci caverò?

socrate

Diventerai nel favellare un fiore
di farina, una lima, un campanello!
Via, sta fermo!
Sparge su lui fior di farina.

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lesina

Perdio, dici sul serio!
Fior di farina, già sono, a momenti!

socrate

Or taci, e porgi orecchio — alla mia prece, o vecchio!
Solenne si volge al cielo.
Aer, Signore immenso che in te sospesa tieni
la terra: lucido Etra: dei tuoni e dei baleni
Dee venerande, Nubi, levatevi, oh Signore,
mostratevi, librate nel cielo, al pensatore!

lesina

Un momento, un momento! Dove trovar ricovero
dall’acqua? Adesso addoppio questo cappotto. Ah povero
me, vado a uscir di casa senza manco il berretto!

socrate

Venite, o venerande Nuvole, al suo cospetto!
O che vostro soggiorno siano le nevicate
sacre vette d’Olimpo, o che sacre intrecciate
danze, del padre Oceano nei verzier’, con le Ninfe,
o con anfore d’oro attingiate le linfe
alle foci del Nilo, o sovressa la cima
scintillante di neve vi libriate del Mima,
o nel gorgo Meòtide: date alle preci ascolto,
gradite i sacrifizi con benevolo volto!
Scoppia da lungi un tuono sordo e prolungato.