Le Laude (1915)/XXXIII. De l'amore falso che offende le virtù
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XXXIII
De l’amore falso che offende le virtú
Amor contrafatto, — spogliato de vertute,
non può fare le salute — lá ’v’è lo vero amare.
Amor si fa lascivo — senza la temperanza;
nave senza nuchiero — rompe en tempestanza;
cavallo senza freno — curre en precipitanza;
sí fa la falsa amanza — senza vertute andare.
Amor che non è forte, — mortal ha enfermetate;
l’aversitá l’uccide, — pegio en prosperitate,
l’ipocrite mostranze — che for, per le contrate,
mostravan santetate — de canti e de saltare.
Amor che non è iusto, — da Dio è reprovato;
parlando va d’amore — che sia de grande stato;
la lengua ha posta en cielo, — lo cor è aterrenato;
vilissimo mercato — porta chi vol mostrare.
Amor che non è saggio, — de prudenza vestito,
non pò veder gli eccessi, — però ch’è ensanito:
rompe legge e statuti — ed omne ordenato rito,
dice che è salito — a nulla legge servare.
O amor enfedele, — errato de la via,
non repute peccato — nulla cosa che sia;
va seminando errori — de pessima resia;
tal falsa compagnia — onom degia mucciare.
Amor senza speranza — non viene a ventate;
non pò veder la luce — chi fugge claritate;
co pò amar lo cielo — chi en terra ha sua amistate?
non dica libertate — om senza legge stare.
O caritate, vita, — ch’ogn’altro amor è morto;
non vai rompendo legge; — nante, l’observe tutto;
e lá ’ve non è legge — a legge l’hai redutto;
non pò gustar lo frutto — chi fugge el tuo guidare.
Omne atto si è liceto; — ma non ad onnechivigli;
al preite sacrificio, — a moglie e marito figli;
al potestate occidere, — al iudece consigli;
a li notari libigli, — a medici el curare.
Non è ad ogne om licito — d’uccidere ladrone;
la potestá ha officio — dannarlo per ragione;
a l’occhio non è congruo — de far degestione,
né al naso parlagione — né a l’orecchie andare.
Chi vive senza legge, — senza legge perisce;
correndo va a lo ’nferno — chi tal via sequisce;
loco sí s’accumula — omne cosa ch’encrisce;
chi ensemora fallisce, — ensemora ha penare.