Pagina:Iacopone da Todi – Le Laude, 1915 – BEIC 1853668.djvu/73


lauda xxxiii 67


     O caritate, vita, — ch’ogn’altro amor è morto;
non vai rompendo legge; — nante, l’observe tutto;
e lá ’ve non è legge — a legge l’hai redutto;
non pò gustar lo frutto — chi fugge el tuo guidare.
     Omne atto si è liceto; — ma non ad onnechivigli;
al preite sacrificio, — a moglie e marito figli;
al potestate occidere, — al iudece consigli;
a li notari libigli, — a medici el curare.
     Non è ad ogne om licito — d’uccidere ladrone;
la potestá ha officio — dannarlo per ragione;
a l’occhio non è congruo — de far degestione,
né al naso parlagione — né a l’orecchie andare.
     Chi vive senza legge, — senza legge perisce;
correndo va a lo ’nferno — chi tal via sequisce;
loco sí s’accumula — omne cosa ch’encrisce;
chi ensemora fallisce, — ensemora ha penare.