Le Laude (1915)/IV. De la penitenzia
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IV
De la penitenzia
O alta penitenza, — pena en amor tenuta!
grand’è la tua valuta, — per te ciel n’è donato.
Se la pena teneme, — èmme despiacemento:
lo spiacere recarne — la pena en gran tormento;
ma si aggio la pena — redutt’en mio talento,
èmme delettamento — l’amoroso penato.
Sol la colpa è ’n’odio — a l’anema ordenata;
e la pena gli è gaudio — en vertut’esercetata;
lo contrario sentese — l’anema ch’è dannata;
la pena è ’n’odiata, — la colpa en delettato.
O mirabil odio, — d’omne pena signore!
nulla recev’ingiuria, — non se’ perdonatore;
nullo nemico trovite, — omn’om si è ’n’amore;
tu sol el malfattore — degno del tuo odiato.
O falso amor proprio, — c’hai tutto lo contraro!
molta recepe engiuria — de perdonanza avaro;
molti nemici troviti, — null’om te trovi caro;
lo tuo vivere amaro — lo ’nferno ha comenzato.
O alta penetenza, — en mio odio fondata,
atto de la grazia — che fo per gratis data,
fuga l’amor proprio — con tutta sua masnata,
ché l’anema ha sozata — en bruttura de peccato.
En tre modi pareme — divisa penetenza:
contrizion è prima — ch’empetra la ’ndulgenza;
l’altr’è confessione — che l’anema ragenza;
l’altr’è satisfacenza — de deveto pagato.
Tre modi fa nell’anima — peccato percussure:
la prima offende Dio — ched è suo creatore;
la simiglianza tolleglie — ch’avea de lo Signore,
e dáse en possessore — del demone dannato.
Contrizion adornase — de tre medicamente:
contra l’offeso Dio — dagli dolor pognente,
contra la deformanza — un vergognar cocente,
ed un temor fervente — che ’l demone ha fugato.
Per lo temore cacciase — quella malvagia schiera,
la simiglianza rendeglse — per la vergogna vera,
per dolor perdonase — l’offesa de Dio fera
ed en questa manera — corre questo mercato.
Confessione pareme — atto de veretade,
occultata malizia — redutta a chiaritade;
per la bocca reiettase — tutta la ’nfermetade;
riman l’uom en sanetade, — dal vizio purgato.
Lo satisfare pareme — iustizia en suo atto;
fruttificata morte — fece l’arbor desfatto,
fruttificata grazia — sí fa l’albor refatto,
ciascun senso fa patto — de vivere regolato.
L’audito entra en scola — a ’mprendere sapienza,
lo viso getta lacreme — per la gravosa offenza,
lo gusto entra en regola — en ordinata astinenza,
l’odor fa penetenza. — ’n’enfermaria s’è dato.
E lo tatto puniscese — degli suoi delettamente,
li panni molli spogliasi, — vestese panni pognente,
de castetate adornase — guardata en argomente,
e far de sé presente — a Dio molto è grato.