Lassomme i spirti mei, ch'eran fuziti
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Questo testo fa parte della raccolta XX. Messer Niccolò Rosso
III
Ella ritorna, e il cuor del poeta si rinfranca.
Lassomme i spirti mei, ch’eran fuziti,
lunga stasone quasi senza vita;
ma, possa che tornonno, spero aita:
4ch’i’ sento el cor chèder un: — Appariti
frategli, che da me fosti smarriti
sempre che nostra donna fu partita,
or serebb’ella ancor forsi redita?
8Ditelmi vui: ché si zogliosi siti. —
Rispose l’anema: — Oi dolze amico,
di e notte continuo stemmo sego,
11et ora ella è venuta, zò te dico.
Dunque, se vói vederla, vieni mego,
si che gli odi dolenti se conforti,
14che planzendo sono presso che morti. —