Lamentazioni (Diodati 1821)/capitolo 1
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Gerusalemme avvilita; peccati e sofferenze del popolo.
2 Ella piange continuamente di notte, e le sue lagrime son sopra le sue guance; ella non ha alcuno, fra tutti i suoi amanti, che la consoli; tutti i suoi intimi amici si son portati dislealmente inverso lei, le son divenuti nemici.
3 La nazione di Giuda è andata fuori del suo paese3, per l’afflizione, e per la gravezza della servitù; ella dimora fra le genti, non trova riposo; tutti i suoi persecutori l’hanno sorpresa nelle distrette.
4 Le strade di Sion fanno cordoglio; perciocchè non viene più alcuno alle feste solenni; tutte le sue porte son deserte, i suoi sacerdoti sospirano, le sue vergini sono addolorate, ed essa è in amaritudine.
5 I suoi nemici sono stati posti in capo, i suoi avversari son prosperati; perciocchè il Signore l’ha afflitta, per la moltitudine de’ suoi misfatti4; i suoi piccoli fanciulli son iti in cattività davanti al nemico.
6 E tutta la gloria della figliuola di Sion è uscita fuor di lei; i suoi principi sono stati come cervi, che non trovan pastura; e son camminati tutti spossati davanti al persecutore.
7 Gerusalemme, a’ dì della sua afflizione, e de’ suoi esilii, si è ricordata di tutte le sue care cose ch’erano state ab antico; allora che il suo popolo cadeva per la mano del nemico, senza che alcuno la soccorresse; i nemici l’hanno veduta, e si son beffati delle sue desolazioni.
8 Gerusalemme ha commesso peccato, e però è stata in ischerno; tutti quelli che l’onoravano l’hanno avuta a vile; perciocchè hanno vedute le sue vergogne; anch’essa ne ha sospirato, e si è rivolta indietro.
9 La sua lordura è stata ne’ suoi lembi; non si è ricordata del suo fine5; è maravigliosamente scaduta; non ha alcuno che la consoli; Signore, riguarda alla mia afflizione; perciocchè il nemico si è innalzato.
10 Il nemico ha stesa la mano sopra tutte le care cose di essa; perciocchè ella ha vedute entrar le genti nel suo santuario, delle quali tu avevi comandato: Non entrino nella tua raunanza6.
11 Tutto il popolo di essa geme, cercando del pane7; hanno date le lor cose più preziose per del cibo, da ristorarsi l’anima; Signore, vedi, e riguarda; perciocchè io sono avvilita.
12 O viandanti tutti, questo non vi tocca egli punto? Riguardate, e vedete, se vi è doglia pari alla mia doglia, ch’è stata fatta a me8, che il Signore ha afflitta nel giorno dell’ardor della sua ira.
13 Egli ha da alto mandato un fuoco nelle mie ossa, il quale si è appreso in esse; egli ha tesa una rete a’ miei piedi, egli mi ha fatta cadere a rovescio; egli mi ha renduta desolata e dolorosa tuttodì.
14 Il giogo de’ miei misfatti9 è stato aggravato dalla sua mano; quelli sono stati attorti, e mi sono stati posti in sul collo; egli ha fatta traboccar la mia forza; il Signore mi ha messa nelle mani di tali, che non posso rilevarmi.
15 Il Signore ha atterrati tutti i miei possenti uomini in mezzo di me; egli ha bandito contro a me un termine assegnato, per rompere i miei giovani; il Signore ha calcato, come il tino, alla vergine, figliuola di Giuda.
16 Per queste cose piango; l’occhio, l’occhio mio si strugge in acqua; perciocchè ogni consolatore, che mi ristori l’anima, si è dilungato da me; i miei figliuoli son deserti; perciocchè il nemico è stato vittorioso.
17 Sion distribuisce il pane a sè stessa con le sue proprie mani; non ha niuno che la consoli. Il Signore ha data commessione contro a Giacobbe; i suoi nemici son d’intorno a lui; gerusalemme è in mezzo di essi come una donna immonda.
18 Il Signore è giusto10; perciocchè io sono stata ribelle alla sua bocca. Deh! ascoltate, e vedete la mia doglia, o popoli tutti; le mie vergini, e i miei giovani, sono andati in cattività.
19 Io ho chiamati i miei amanti, ma essi mi hanno ingannata; i miei sacerdoti, ed i miei anziani sono spirati nella città; perciocchè si han cercato del cibo, per ristorar l’anima loro.
20 Signore, riguarda; perciocchè io son distretta; le mie interiora si conturbano; il mio cuore si riversa dentro di me; perciocchè in vero io sono stata ribelle; la spada ha dipopolato di fuori, e dentro non vi è stato altro che morte11.
21 Altri mi ode sospirare; io non ho alcuno che mi consoli; i miei nemici hanno udito il mio male, e se ne son rallegrati; perciocchè tu l’hai fatto; quando tu avrai fatto venire il giorno che tu hai pubblicato12, saranno simili a me.
22 Tutta la lor malvagità venga nel tuo cospetto, e fa’ loro come hai fatto a me per tutti i miei misfatti; perciocchè i miei sospiri son molti, e il mio cuore è addolorato.
Note
- ↑ Is. 47. 7, ecc.
- ↑ Esd. 4. 20.
- ↑ Ger. 52. 27.
- ↑ Dan. 9. 7.
- ↑ Deut. 32. 29.
- ↑ Deut. 23. 3.
- ↑ Ger. 52. 6.
- ↑ Dan. 9. 12.
- ↑ Deut. 28. 47, 48.
- ↑ Neem. 9. 33. Dan. 9. 7, 14.
- ↑ Deut. 32. 25.
- ↑ Is. cap. 13, ecc. Ger. cap. 46, ecc.