La virtù sconosciuta/Sonetti/Oh più assai che Fenice amico raro

Oh più assai che Fenice amico raro

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Oh più assai che Fenice amico raro
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Oh più assai che Fenice amico raro,
     Che amavi me, nulla da me volendo;
     Che di vita tempravi a me l’amaro
     Meco i miei studj e i pianti dividendo;
Deh, sapess’io laudarti in stil sì chiaro,
     Che dal sepolcro il tuo nome traendo,
     Io nel mandassi riverito e caro
     All’altre età, cui di piacer più intendo!
Ciò per te stesso far potuto avresti
     Meglio assai ch’io, se avversi i tempi e il loco
     Non t’eran, dove occulti dì vivesti.
Ben d’ingiusta fortuna è crudo il giuoco;
     Voler che il fango vile in luce resti,
     E ignoto e muto il più sublime fuoco.