La sesta crociata, ovvero l'istoria della santa vita e delle grandi cavallerie di re Luigi IX di Francia/Parte seconda/Capitolo XXV
![]() |
Questo testo è completo. | ![]() |
Traduzione dalla lingua d'oïl di Giovanni Galvani (1872)
◄ | Parte seconda - Capitolo XXIV | Parte seconda - Capitolo XXVI | ► |
Capitolo XXV.
Ma per ciò che, in perseguendo nostra materia, egli ci conviene intralacciare alcune cose e ridurle a memoria, a fine d’intendere e sapere la maniera che ’l Soldano teneva nella fazione di sue genti d’arme, e donde esse venivano ordinariament, così vi dirò io com’egli sia vero che il più di sua cavalleria era fatta di genti istranie che li mercatanti, andando e venendo sopra mare, vendevano, le quali genti gli Egiziani da parte il Soldano accattavano. E venivano queste d’Oriente, perchè quando uno Re d’Oriente avea disconfitto e conquiso l’altro Re, quegli che avea avuto vittoria e le sue milizie, prendevano le povere genti che poteano aver prigioniere, e le vendevano a’ mercatanti, i quali le menavano rivendere in Egitto, siccome io ho detto davanti. E di tali genti uscivano de’ figliuoli che il Soldano facea nodrire e guardare. E quando essi cominciavano a muover pelo, il Soldano lor facea apprendere a tirar de l’arco per isbattimento e solazzo, e ciascun giorno, quando elli era dilibero, li facea trarre. E quando si vedea ch’egli ne avea alcuni i quali cominciavano d’inforzarsi, toglievansi loro gli archi fievoli e puerili e se ne davano di più forti, secondo che ne mostrava balìa. E questi giovincelli portavano l’armi del Soldano, e l’ uomo appellavali li Bagherizzi1 del Soldano. E tutto incontanente che barba loro veniva, ed il Soldano li facea Cavalieri, portando tuttavia sue armi, le quali erano d’oro puro e fino, salvo che per differenza vi si mettea o sbarre di vermiglio, o rose, od uccelli, o grifoni o qualche altra pezza a loro piacere. E tali genti erano appellate le genti della Halcqua, come voi direste gli arcieri della guardia del Re, ed erano tutto giorno presso del Soldano e guardando il suo corpo. E quando esso Soldano era in guerra, costoro eran sempre alloggiati presso di lui come guardie del corpo suo.
Ed ancora più presso di lui aveva egli altre guardie, com’è a dire Portieri e Ministrieri. E sonavano que’ Ministrieri a la punta del giorno il levare del Soldano, ed a la sera la sua ritratta; e con loro stormenti di più maniere facevano tale bruìto, che coloro i quali erano colà presso non si potevano udire, non che intendere, l’un l’altro, ma ben n’udiva chiaramente il bombo tutt’uomo per mezzo l’oste. E ben sappiate che in fra ’l dì essi non sarebbono stati siìarditi d’aver sonato, se non per lo espresso congedo del Maestro della Halcqua. E quando il Soldano volea qualche cosa dallo esercito, o dare qualche comandamento a sue genti d’arme, egli diceva ciò al Maestro della Halcqua, lo quale facea tosto venire suoi Ministrieri, e questi sonavano, e di loro corni saracineschi e nacchere e tamburi ordinavano l’accolta. Perchè a questo suono assembravansi tutte le genti davanti il Soldano, ed allora il Maestro della Halcqua dicea loro il buon piacere del Signore, e queste incontanente il facevano a lor podere. E quando il Soldano era colla persona in guerra combattendo, quegli tra Cavalieri della Halcqua che meglio provavasi e facea d’arme sì era fatto da lui Almirante2 o Capitano, od avea carico e condotta di genti d’arme, secondo ciò ch’elli lo meritava. E chi più faceva, più gli donava il Soldano, e per tutto ciò ciascun d’essi isforzavansi di fare oltre il poder loro s’essi avessono potuto farlo.
La fazione e maniera di fare del Soldano era poi questa, che quando alcuno de’ suoi Cavalieri della Halcqua per sue prodezze e cavallerie avea guadagnato di bene tanto ch’elli non ne avea più soffratta, e ch’e’ si poteva leggermente passare di lui; ed egli, di paura ch’avea che colui non se gli rubellasse o l’uccidesse, si il facea prendere e morire in sue prigioni segretamente; e poi che non se ne sapean più novelle, s’apprendea tutto il bene che aveano le sue donne e figliuoli. E questa cosa bene fu provata durante che fummo nel paese delle parti di là, perchè il Soldano fece prendere e imprigionare coloro ch’avean catturato li Conti di Monforte e di Bar per loro valenza e arditezza, poichè in odio ed invidia ch’elli ne ebbe contr’essi, e poi che li dottava forte, sì li fece morire. Ed a simigliante fece egli dei Bodendardi, i quali sono genti soggette al detto Soldano, per ciò che, appresso ch’elli ebbero disconfitto lo Re d’Erminia3, uno giorno essi vennero per messaggi di verso il Soldano raccontargliene la novella, e lo trovarono cacciando alle bestie selvagge, e tutti discesero a piè per fargli la reverenza e donargli la salute sì credendo ben fare, ed essere remunerati da lui. Ed egli loro rispose maliziosamente che mica non salutavali, e ch’essi gli avean fatto ismarrire e perder sua caccia, e di fatto lor lece crudelmente tagliare le teste.
- ↑ Il testo ha Bahairiz, e forse era da tradurre Giannizzeri. Il Sire di Villerval parlando di loro, li chiama les Esclaves du Soudan. Di qui uscì la tremenda Milizia de’ Mamalucchi.
- ↑ Almirante od Ammiraglio, rende, secondo Guglielmo di Tiro, il Saracinesco Al-Emir, che vuol dire: Il Signore.
- ↑ Armenia, donde ermellino pel piccol sorcio d’Armenia.