La sesta crociata, ovvero l'istoria della santa vita e delle grandi cavallerie di re Luigi IX di Francia/Parte seconda/Capitolo XXV

../Capitolo XXIV

../Capitolo XXVI IncludiIntestazione 16 aprile 2020 75% Da definire

Parte seconda - Capitolo XXIV Parte seconda - Capitolo XXVI

[p. 114 modifica]

Capitolo XXV.

Nel quale s’inframmette discorso delle varie genti d’arme del Soldano, o de’ suoi Cavalieri della Halcqua.


Ma per ciò che, in perseguendo nostra materia, egli ci conviene intralacciare alcune cose e ridurle a memoria, a fine d’intendere e sapere la maniera che ’l Soldano teneva nella fazione di sue genti d’arme, e donde esse venivano [p. 115 modifica]ordinariament, così vi dirò io com’egli sia vero che il più di sua cavalleria era fatta di genti istranie che li mercatanti, andando e venendo sopra mare, vendevano, le quali genti gli Egiziani da parte il Soldano accattavano. E venivano queste d’Oriente, perchè quando uno Re d’Oriente avea disconfitto e conquiso l’altro Re, quegli che avea avuto vittoria e le sue milizie, prendevano le povere genti che poteano aver prigioniere, e le vendevano a’ mercatanti, i quali le menavano rivendere in Egitto, siccome io ho detto davanti. E di tali genti uscivano de’ figliuoli che il Soldano facea nodrire e guardare. E quando essi cominciavano a muover pelo, il Soldano lor facea apprendere a tirar de l’arco per isbattimento e solazzo, e ciascun giorno, quando elli era dilibero, li facea trarre. E quando si vedea ch’egli ne avea alcuni i quali cominciavano d’inforzarsi, toglievansi loro gli archi fievoli e puerili e se ne davano di più forti, secondo che ne mostrava balìa. E questi giovincelli portavano l’armi del Soldano, e l’ uomo appellavali li Bagherizzi1 del Soldano. E tutto incontanente che barba loro veniva, ed il Soldano li facea Cavalieri, portando tuttavia sue armi, le quali erano d’oro puro e fino, salvo che per differenza vi si mettea o sbarre di vermiglio, o rose, od uccelli, o grifoni o qualche altra pezza a loro piacere. E tali genti erano appellate le genti della Halcqua, come voi direste [p. 116 modifica]gli arcieri della guardia del Re, ed erano tutto giorno presso del Soldano e guardando il suo corpo. E quando esso Soldano era in guerra, costoro eran sempre alloggiati presso di lui come guardie del corpo suo.

Ed ancora più presso di lui aveva egli altre guardie, com’è a dire Portieri e Ministrieri. E sonavano que’ Ministrieri a la punta del giorno il levare del Soldano, ed a la sera la sua ritratta; e con loro stormenti di più maniere facevano tale bruìto, che coloro i quali erano colà presso non si potevano udire, non che intendere, l’un l’altro, ma ben n’udiva chiaramente il bombo tutt’uomo per mezzo l’oste. E ben sappiate che in fra ’l dì essi non sarebbono stati siìarditi d’aver sonato, se non per lo espresso congedo del Maestro della Halcqua. E quando il Soldano volea qualche cosa dallo esercito, o dare qualche comandamento a sue genti d’arme, egli diceva ciò al Maestro della Halcqua, lo quale facea tosto venire suoi Ministrieri, e questi sonavano, e di loro corni saracineschi e nacchere e tamburi ordinavano l’accolta. Perchè a questo suono assembravansi tutte le genti davanti il Soldano, ed allora il Maestro della Halcqua dicea loro il buon piacere del Signore, e queste incontanente il facevano a lor podere. E quando il Soldano era colla persona in guerra combattendo, quegli tra Cavalieri della Halcqua che meglio provavasi e facea d’arme sì era fatto da lui Almirante2 o Capitano, od avea carico e condotta [p. 117 modifica]di genti d’arme, secondo ciò ch’elli lo meritava. E chi più faceva, più gli donava il Soldano, e per tutto ciò ciascun d’essi isforzavansi di fare oltre il poder loro s’essi avessono potuto farlo.

La fazione e maniera di fare del Soldano era poi questa, che quando alcuno de’ suoi Cavalieri della Halcqua per sue prodezze e cavallerie avea guadagnato di bene tanto ch’elli non ne avea più soffratta, e ch’e’ si poteva leggermente passare di lui; ed egli, di paura ch’avea che colui non se gli rubellasse o l’uccidesse, si il facea prendere e morire in sue prigioni segretamente; e poi che non se ne sapean più novelle, s’apprendea tutto il bene che aveano le sue donne e figliuoli. E questa cosa bene fu provata durante che fummo nel paese delle parti di là, perchè il Soldano fece prendere e imprigionare coloro ch’avean catturato li Conti di Monforte e di Bar per loro valenza e arditezza, poichè in odio ed invidia ch’elli ne ebbe contr’essi, e poi che li dottava forte, sì li fece morire. Ed a simigliante fece egli dei Bodendardi, i quali sono genti soggette al detto Soldano, per ciò che, appresso ch’elli ebbero disconfitto lo Re d’Erminia3, uno giorno essi vennero per messaggi di verso il Soldano raccontargliene la novella, e lo trovarono cacciando alle bestie selvagge, e tutti discesero a piè per fargli la reverenza e donargli la salute sì credendo ben fare, ed essere remunerati da lui. Ed egli loro rispose maliziosamente che mica non salutavali, e ch’essi gli avean fatto ismarrire e perder [p. 118 modifica]sua caccia, e di fatto lor lece crudelmente tagliare le teste.

  1. Il testo ha Bahairiz, e forse era da tradurre Giannizzeri. Il Sire di Villerval parlando di loro, li chiama les Esclaves du Soudan. Di qui uscì la tremenda Milizia de’ Mamalucchi.
  2. Almirante od Ammiraglio, rende, secondo Guglielmo di Tiro, il Saracinesco Al-Emir, che vuol dire: Il Signore.
  3. Armenia, donde ermellino pel piccol sorcio d’Armenia.