La riliggione der tempo nostro

Giuseppe Gioachino Belli

1835 Indice:Sonetti romaneschi IV.djvu sonetti letteratura La riliggione der tempo nostro Intestazione 25 gennaio 2025 75% Da definire

Una fettina de Roma Er prete de la Contessa
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835

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LA RILIGGIONE DER TEMPO NOSTRO.

     Che rriliggione! è rriliggione questa?
Tuttaquanta oramai la riliggione
Conziste in zinfonie, ggenufressione,
Seggni de crosce, fittucce a la vesta,[1]

     Cappell’in mano, cenneraccio in testa,[2]
Pessci da tajjo, razzi, priscissione,
Bbussolette,[3] Madonne a ’ggni cantone,
Cene a ppunta d’orloggio,[4] ozzio de festa,

     Scampanate, sbasciucchi,[5] picchiapetti,
Parme,[6] reliquie, medajje, abbitini,[7]
Corone, acquasantiere[8] e mmoccoletti.

     E ttratanto er Vangelo, fratel caro,
Tra un diluvio de smorfie e bbell’inchini,
È un libbro da dà a ppeso ar zalumaro.[9]

11 ottobre 1835.

Note

  1. Fettucce che le donne scampate da qualche malore proprio o altrui, o da qualunque altra disgrazia, sogliono per voto attaccare a una veste di prammatica.
  2. [Cenneraccio, propriamente, è il “cenerone.„ Ma qui, per ischerzo, sta ad indicare la cenere che si piglia in chiesa il primo giorno di quaresima.]
  3. Bussolette da questua nelle chiese.
  4. Cene di vigilia, col timore della mezzanotte.
  5. Baciucchi.
  6. Palme.
  7. Piccolissimi scapolari benedetti.
  8. [Pile e pilette con l’acqua santa.]
  9. Al salumaio.