Una fettina de Roma

Giuseppe Gioachino Belli

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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835

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UNA FETTINA DE ROMA

     Quello è Ssant’Antonin de Portoghesi.
Sta strada larga è la Scrofa,1 miledi;
Che vva a Rripetta e ar Popolo, e da piedi
Termina a Ssan Luviggi de Francesi.

     Ècchesce2 a la Stelletta,3 e cqui, llei vedi,
Trova leggni pe’ ttutti li paesi.
Qua ss’entra a Ccampo-Marzo.4 E ll’antri mesi?5
L’antri mesi er Ziggnore li provedi.

     Quell’è er teatro Palaccorda; e cquelli
Che stanno un po’ ppiù ggiù, ssò ddu’ palazzi,
Chiamati de Negroni e de Cardelli.

     Ecco er palazzo de Fiorenza; e infatti
Ce sta er Cònzole; e llà er Palazzo Pazzi,6
Dove una vorta sc’ereno li matti.

11 ottobre 1835

Note

  1. Così detta da una piccola scrofa che getta acqua.
  2. Eccoci.
  3. Albergo di vetture.
  4. Il Campo-Marzio degli antichi.
  5. E gli altri mesi?
  6. Fabbrica appartenuta già, come si crede, alla famosa famiglia de’ Pazzi di Firenze.