La priscissione a Ssan Pietro

Giuseppe Gioachino Belli

1837 Indice:Sonetti romaneschi V.djvu sonetti letteratura La priscissione a Ssan Pietro Intestazione 2 novembre 2022 25% Da definire

Er viatico de l'antra notte La caristía der 37
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1837

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LA PRISCISSIONE A SSAN PIETRO

     E immezzo ar buggerionota de Bborgo-Novo,
Che ttutta la marmajja de l’urionenota
Je s’affollava intorno ar carrozzone
Strillanno: “Pane, o vve scannamo ar covo„,nota

     Credi ch’er Papa pòzzi avècce trovonota
Gusto d’annà ddimani in priscissione?nota
“Corpusdommine o nno,„ ddisse Nasone,nota
“pe st’anno io me ne fr...,nota e nnun me movo.„

     Disce: “Er guaio è c’ho mmesso le collètte
Contro l’acqua che bbuggeranota er paese.nota
Ah! er core me disceva: nu’ le mette.nota

     Bbasta„, disce, “Iddio vede er mi’ spavento,nota
E ffarà ddiluvià mmezz’antro mese
Pe’ mmannammenota una scusa de stà ddrento.„nota

24 maggio 1837

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 [p. 101 modifica]di pane, che sogliono recare dai forni alle case private. La forza armata dei carabinieri, da cui si fanno i medesimi accompagnare nel tragitto, non riesce punto sufficiente per garantirli da tali assalti di gente che si presenta a torme di trenta o quaranta individui armati di grossi bastoni, cosicchè resta per loro omai facile impresa quella di disarmare due soli carabinieri, giacchè non di più sinora se ne destinano dal Governo per accompagnare ciascheduno dei medesimi provveditori. Ieri mattina accadde che i suddetti volendo usare delle armi loro contro gli assalitori, vennero aspramente percossi e bastonati. Tutto ciò succede qui giornalmente, senza che si voglia prendervi riparo. Il popolaccio così sfacciatamente abusa della bonarietà del Governo, che per sua speciale tolleranza non riguarda come criminose tali rapine, finchè si limitano alle consuete provvisioni di pane, che si fa transitare per le vie pubbliche.„ (Id., ibid., pag. 165-66.) Ma il Crosa non dice che il Governo agiva così, perchè nella maggior parte di quella marmaglia, che adoperava contro i liberali il bastone e il coltello, esso sapeva di avere uno de’ suoi più forti puntelli. Cfr. il sonetto: Li rivortosi, 2 sett. 88, e gli altri ivi citati alla nota 1,]      4 Possa averci trovato.      5 [In processione per il Corpusdomini, che nel 1837 cadde appunto il 25 di maggio.]      6 Sua Santità. [Che, come ho avvertito più volte, aveva un naso molto grosso e adunco.]      7 Me ne rido: non voglio saperne.      8 Devasta, rovina.      9 [Avendo quindi invitato gli altri a pregare, doveva dar lui per il primo il buon esempio. S’intende che l’editto per le preghiere l’aveva pubblicato il Cardinal Vicario. Ma questo parla sempre in nome del Papa, e sta volta poi in nome del Papa ci aveva aggiunto espressamente speciali indulgenze. V. il Diario di Roma, del 29 maggio 1887.]      10 Non le mettere.      11 [“Il timore a Palazzo pare sia grande,„ notava il Chigi nel cit. Diario inedito, il giorno innanzi che il Belli scrivesse il presente sonetto.]      12 Mandarmi.      13 Di star dentro. L’atmosfera però fu serena; e mancato così al Pontefice quell’onesto disimpegno, andò egli borbottando in processione mentre faceva dispensar pane gratis al Colosseo. Vedi il sonetto intitolato: Una cosa chiama l'antra, [31 magg. 37].“„

Note

  1. Tumulto.
  2. Rione.
  3. [Il fatto fu così grave, che il marchese Crosa, allora ambasciatore sardo a Roma, ne in= formava il Ministro degli affari esteri del suo governo coi un dispaccio confidenziale, in data 20 maggio 1887: “Debbo narrarle con dispiacere la storia di ciò che accadde l’altro ieri, in occasione che il Papa sortì dal suo palazzo del Vaticano, recandosi a visitare l’eminentissimo cardinale Lambruschini, Appena arrivato nella via di Borgonuovo, si udirono intorno alla carrozza molte grida, non di applausi, ma di reclami in questi termini: pane e lavoro; nonostante proseguì la sua gita, ma al ritorno per altra strada, il popolo proruppe in altissime grida, .... da cui fu sensibilmente alterato l’animo di Su Santità...„ Bianchi, Storia documentata della Diplomazia europea ecc.; vol. III (Torino, 1867), pag. 420. — In altro dispaccio poi, del 26 gennaio dello stesso anno, il Crosa aveva scritto: “Continuano le aggressioni quotidiane ai provveditori di pane, che sogliono recare dai forni alle case private. La forza armata dei carabinieri, da cui si fanno i medesimi accompagnare nel tragitto, non riesce punto sufficiente per garantirli da tali assalti di gente che si presenta a torme di trenta o quaranta individui armati di grossi bastoni, cosicchè resta per loro omai facile impresa quella di disarmare due soli carabinieri, giacchè non di più sinora se ne destinano dal Governo per accompagnare ciascheduno dei medesimi provveditori. Ieri mattina accadde che i suddetti volendo usare delle armi loro contro gli assalitori, vennero aspramente percossi e bastonati. Tutto ciò succede qui giornalmente, senza che si voglia prendervi riparo. Il popolaccio così sfacciatamente abusa della bonarietà del Governo, che per sua speciale tolleranza non riguarda come criminose tali rapine, finchè si limitano alle consuete provvisioni di pane, che si fa transitare per le vie pubbliche.„ (Id., ibid., pag. 165-66.) Ma il Crosa non dice che il Governo agiva così, perchè nella maggior parte di quella marmaglia, che adoperava contro i liberali il bastone e il coltello, esso sapeva di avere uno de’ suoi più forti puntelli. Cfr. il sonetto: Li rivortosi, 2 sett. 88, e gli altri ivi citati alla nota 1,]
  4. Possa averci trovato.
  5. x
  6. Sua Santità.
  7. Me ne rido: non voglio saperne.
  8. Devasta, rovina.
  9. x
  10. Non le mettere.
  11. x
  12. Mandarmi.
  13. Di star dentro. L’atmosfera però fu serena; e mancato così al Pontefice quell’onesto disimpegno, andò egli borbottando in processione mentre faceva dispensare pane gratis al Colosseo. Vedi il sonetto intitolato [[../Una cosa chiama l' antra|Una cosa chiama l’antra]].