La peruviana/Lettera di dedica

Lettera di dedica

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La peruviana L'autore a chi legge

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ALLA NOBILISS. ED ORNATISS. DAMA

LA SIGNORA CONTESSA

DONN’ANTONIA SOMAGLIA

NATA CONTESSA

DI BARBIANO DI BELGIOJOSO.

T
UTTI quelli, Nobilissima ed ornatissima Dama, che s’interessano per la mia gloria, bramano ardentemente vedere il Vostro illustre nome fra quelli che mi onorano, e mi proteggono, ed alle Opere mie recano perpetua fama. Consolati si sono gli amici miei allora quando avvisati furono, che della protezione Vostra lusingar mi poteva, e molto più assicurandoli, che un pubblico testimonio dell’ossequio mio da Voi non sarebbesi cortesemente sdegnato. Doveasi immediatamente porre ad effetto quest’opera onorevole del mio rispetto, e della vostra benignità; ma dipendendo l’esecuzione dalle circostanze degl’Impressori, ho dovuto finora con mio rammarico ritardarla.

Eccomi finalmente al momento felice, in cui di un sì gran bene posso vantarmi, e rendere perpetuo colle mie Stampe l’onore, che vi compiaceste di farmi 1. So che la mia Fortuna potrà destare l’invidia, ma per sì bella cagione potrei soffrire ogn’insulto, sicuro di essere gloriosamente ricompensato.

Il luogo, da dove 2 si parte questo mio umilissimo Foglio, è pieno del vostro Nome. Venezia si rammenta di Voi con venerazione, [p. 224 modifica] con affetto e con maraviglia. Ricordomi la prima volta ch’ebbi l’onor di vedervi, seduta al fianco del Serenissimo Doge FRANCESCO LOREDANO Regnante, in quel festevole giorno, in cui sessanta Dame ed altrettanti Patrizj festeggiavano a mensa le Nozze della Nobil Donna la Signora Catterina Loredana col Nobil Uomo il Signor Giovanni Mocenico 3; e mi ricordo ancora, quanto brillar vi ho veduto leggiadramente nel ballo, e nel Palagio Ducale, e in quello ancor dello Sposo. Tanto di voi ragionare sentito ho allora, che ardentemente bramai di essere nel novero de’ vostri servi, siccome io lo era in quello de’ vostri ammiratori. Da chi sentivasi in tale incontro lodare in Voi la beltà, l’avvenenza, la leggiadria; da chi esaltare il talento, lo spirito, la gentilezza. Chi compiacevasi dei vostri succosi ragionamenti, chi della erudizione vostra maravigliavasi, chi d’altro non parlava, che della vostra Virtù. Sentito ho nei circoli ragionare, se fosse maggiore in Voi il merito delle Scienze acquistate, o quello della moderazione, con cui del vostro sapere solete fare buon uso. In somma tutti ad una voce riconoscevano in Voi un perfetto esemplare, degnissimo d’imitazione. Una sì bella unione di meriti, e naturali, e acquistati, non lascia le impressioni leggiere, laddove ha saputo manifestarsi; onde Venezia ancora pei 4 brievi giorni che fu della presenza vostra onorata, non cessa di amarvi e di rispettarvi, qual siete e rispettata ed amata dalla vostra Patria medesima. Sono parecchi anni, che io conosco Milano; ebbi l’onore di essere benignamente accolto in Case illustri; e per potermi chiamar felice, mancavami il dono di potermi a voi presentare, e l’umile servitù mia divotamente offerirvi. Godeva io già la protezione della eccelsa Famiglia vostra. Sua Eccellenza il Signor Conte Antonio di Barbiano di Belgiojoso, e la Eccellentissima Dama sua, la Signora Contessa Barbara d’Adda 5 di Belgiojoso, umanissimi Genitori vostri, mille atti di clemenza mi usarono, soffrendo non solo le Opere [p. 225 modifica] mie sulla Scena, ma la lettura di esse piacevolmente in Casa. Di un Cavaliere così magnanimo, di una Madre cotanto saggia Voi siete, Nobilissima Dama, il degno frutto, l’ammirabile immitazione 6; e tanto più spronavami il desiderio di potervi essere davvicino. Consolate fur le mie brame col mezzo dell’ornalissimo Cavaliere il Signor Conte Pietro Verri 7, vostro congiunto di sangue, ed ottimo conoscitore del vostro merito, e della vostra virtù. Mi guidò egli stesso cortesemente, e con sì degna scorta non potea non essere bene accolto. Onde da voi non meno, che dal Nobilissimo Signor Conte Don Antonio Dati della Somaglia, degnissimo vostro Sposo, fui colmato di gentilezze. Ammesso poscia benignamente alla vostra tavola, ed alla vostra conversazione, piacquemi infinitamente sentirvi ragionare in maniera che supera gli ordinari confini del vostro Sesso; e senza affettar di sapere più di quello che l’occasione richiede, pronunziar cose degne di lode, e degne di ammirazione, frutto mirabile del vostro genio, dei vostri studj, e delle compagnie dottissime che coltivate. Piacquemi altresì vedervi attorniata da Persone di merito, di spirito, e di talento. In tale occasione, e per grazia vostra, ebbi l’onor d’inchinarmi a Sua Eccellenza il Signor Conte Sabbatini, intimo Consigliere di Stato delle L.L. M.M. R.R. I.I., e primo Ministro di S. A. S. il Signor Duca di Modona, Cavaliere d’infiniti meriti adorno, di mente sublime, di cuor nobile e generoso 8, Voi, Nobilissima Dama, che distinguete le persone di merito, non avrete discaro, che io abbia alle lodi Vostre qualche lode intrecciata di un sì ragguardevole Personaggio, tanto più, che negando assolutamente la sua modestia, che di Lui espressamente si parli, mi fo lecito farlo, quasi di furto, mercè la protezione del Vostro Nome.

Non è separabile l’onor di conoscervi della 9 sicurezza di essere beneficato. Appena mi concedeste il favore del vostro [p. 226 modifica]Patrocinio, l’altro mi fu concesso di pubblicarlo, e di coprire col Vostro manto una delle mie Teatrali fatiche. Toccata e la sorte alla mia Peruviana, Commedia che Voi ancora non conoscete, perchè in Milano non fu da’ Comici rappresentata. I virtuosi affetti, che si maneggiano in essa, sono degni della Vostra delicatezza, e spero non vi dispiaceranno le massime, che ho procurato10 di usare; perchè ricavate dai buoni fonti, nei quali solete pascere il vostro peregrino talento. Lo stile non sarà degno di Voi, perchè io non arriverò mai a scriver sì bene, quanto Voi ben parlate; ma pure in quest’Opera qualche diligenza vi ho praticata, meritandolo l’argomento, di cui conoscerete l’originale. Degnatevi di usare a quest’Opera che vi offerisco, quella clemenza medesima che praticaste all’Autore, il quale pieno di fiducia e di vero giubbilo a Voi ossequiosamente s’inchina.

Di Voi, Nobilissima ed ornatissima Dama

Umiliss. Dev. Obblig. Servidore
Carlo Goldoni.



Note

  1. La presente lettera di dedica fau stampata in testa alla Peruviana nel tomo III del Nuovo Teatro Comico dell’Avvocato Carlo Goldoni ecc. (Venezia, presso Franc. Pitteri). che porta la data del 1757, ma che uscì propriamente ne’ primi giorni di febbraio del 1758.
  2. Nel t. XV (1774) dell’ed. Pasquali, dove fu ristampata questa lettera, leggesi: donde.
  3. Si vedano per questo episodio le Memorie del Goldoni, parte terza, cap. 23; la dedica del Cavaliere di buon gusto a S. E. Giovanni Mocenigo, vol. V della presente edizione, pp. 109-111: e la Nota storica della commedia stessa, a pag. 198.
  4. Nel testo: pe’ i.
  5. Nel testo è stampato: d’Ada.
  6. Ed. Pasquali: imitazione.
  7. Vedasi la lettera di dedica a Pietro Verri della commedia intitolata Il Festino, nel volume XI della presente edizione.
  8. Al conte Alessandro Sabbatini, nipote del famoso mons. Giuliano Sabbatini, vescovo di Modena, aveva dedicato nel 1754 l’ab. Pietro Chiari, rivale del Goldoni, le famose epistole modenesi, intitolate Della vera poesia teatrale; e ne ottenne l’anno dopo il titolo di poeta di S. A. il Duca di Modena.
  9. Così anche nell’ed. Pasquali.
  10. Nel testo: proccurato.