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cinio, l’altro mi fu concesso di pubblicarlo, e di coprire col Vostro manto una delle mie Teatrali fatiche. Toccata e la sorte alla mia Peruviana, Commedia che Voi ancora non conoscete, perchè in Milano non fu da’ Comici rappresentata. I virtuosi affetti, che si maneggiano in essa, sono degni della Vostra delicatezza, e spero non vi dispiaceranno le massime, che ho procurato1 di usare; perchè ricavate dai buoni fonti, nei quali solete pascere il vostro peregrino talento. Lo stile non sarà degno di Voi, perchè io non arriverò mai a scriver sì bene, quanto Voi ben parlate; ma pure in quest’Opera qualche diligenza vi ho praticata, meritandolo l’argomento, di cui conoscerete l’originale. Degnatevi di usare a quest’Opera che vi offerisco, quella clemenza medesima che praticaste all’Autore, il quale pieno di fiducia e di vero giubbilo a Voi ossequiosamente s’inchina.

Di Voi, Nobilissima ed ornatissima Dama

Umiliss. Dev. Obblig. Servidore
Carlo Goldoni.



  1. Nel testo: proccurato.