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La Famiglia Borghese

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LA FAMIGLIA BORGHESE


Il Principe Scipione Borghese appartiene ad illustre famiglia patrizia, d’origine senese, e della quale si parla sin dal 1450. Fu nel secolo XVII che essa andò a stabilirsi a Roma, quando uno dei Borghese — il principe Camillo — venne elevato alla dignità del Papato. Paolo V — fu questo il nome da lui assunto — pontificò dal 1605 al 1621, fondando la gloria della sua famiglia. Egli accordò a Marcantonio, figlio di suo fratello Giovanni Battista, il principato di Sulmona e una rendita di 200.000 scudi annui. Giovanni Battista poi ereditò da sua madre Olimpia Aldobrandini il principato di Bassano.

Dopo l’accomodamento di una lite toccante la successione dell’eredità Aldobrandini il principe Paolo Maria Borghese, nel 1767, ne prese le armi, i titoli e da quell’epoca in poi il titolo di principe Aldobrandini spettò alla seconda genitura della famiglia Borghese. Fra le signorie di questa casa è assai celebre a Roma, Villa Borghese.

Napoleone I, accordò a sua sorella Paolina, moglie al principe Camillo Borghese, con decreto imperiale 30 marzo 1806, il ducato di Guastalla, ma glielo tolse due mesi dopo.

Il principe Scipione (Luigi Marcantonio Francesco Rodolfo) Borghese è nato l’11 febbraio del 1871 nel castello di Migliarino, presso Pisa. Egli è il secondo genito del principe Paolo e della contessa ungherese Elena Appony di Nagy-Appony, figlia del fu conte Rodolfo, già ambasciatore austriaco a Parigi. Nonna del principe Scipione, dal lato paterno, fu la principessa Teresa de la Rochefoucauld. [p. 518 modifica]

Il principe Scipione ha sposato nel 1895 a Genova la duchessina Anna Maria De Ferrari, figlia del fu Duca Gaetano e della duchessa Maria Serghiewna d’Annenkoff. Ha due bambine, nate entrambe a Parigi.

Egli venne eletto deputato al Parlamento Italiano all’ultima legislatura, nel collegio di Albano Laziale, al quale però prima di partire per il raid Pechino-Parigi dichiarò di voler rinunziare. Milita nel partito radicale ed è condirettore dello Spettatore, che è appunto l’organo del partito stesso.