La man porgo alla penna, e indarno tento
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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Gio. Antonio Volpi
I1
La man porgo alla penna, e indarno tento
Breve stilla, Signor, de’ pregi vostri
Sparger in carte, che i miei frali inchiostri
Far voi chiaro non ponno, e me contento.
5Per trovar pari a Voi degno argomento,
Norma di bel costume a’ tempi nostri,
In quei del valor prisco alteri mostri
Con la mente m’affiso, e poi mi pento.
Chi mai salisse di Platon per l’orme
10A mirar quant’è bella Cortesìa
Senz’alcun velo tra l’eterne forme:
Potrebbe sol (ciò che mio stil desia)
Dipinger Voi d’atto e color conforme;
Che a tanta impresa è chiusa ogn’altra via.
Note
- ↑ Per M.A. Mocenico Veneto Amb. a Roma, Proc. di S. Marco.