La madre canibbola

Giuseppe Gioachino Belli

1833 Indice:Sonetti romaneschi III.djvu sonetti caudati letteratura La madre canibbola Intestazione 2 novembre 2022 25% Da definire

Er confessore de manica larga La bbellezza (2 novembre 1833)
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1833

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LA MADRE CANIBBOLA1

     Madraccia sscellerata! a una cratura
Annajje2 a ddà le gginocchiate in petto?!
Metteje3 er culo su lo scallaletto
Eppoi menajje4 su la scottatura?!

     Legallo a un luscernario inzin che ddura
La sperella der zole in cim’ar tetto;
E un tantino che ppiaggne, poveretto,
5 li bbòtti pe’ mmétteje6 paura?!

     Che ste barbererìe le facci un padre
Che ppò ddì: cquesto nun è ffijjo mio,
Tant’e ttanto s’intenne:7 ma una madre!

     Ma una madraccia che ll’ha ppartorita
E jj’ha ddato er zu’ sangue! Ah nnò, pper dio,
Nò, ttra le tigre nun z’è mmai sentita.

2 novembre 1833



Note

  1. Cannibala.
  2. Andargli.
  3. Mettergli.
  4. Menargli: batterlo.
  5. Fare.
  6. Mettergli.
  7. S’intende.