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<dc:title> La madre </dc:title> <dc:creator opt:role="aut">Grazia Deledda</dc:creator> <dc:date>1920</dc:date> <dc:subject></dc:subject> <dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights> <dc:rights>GFDL</dc:rights> <dc:relation>Indice:La madre (1920).djvu</dc:relation> <dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=La_madre_(Deledda)/Capitolo_6&oldid=-</dc:identifier> <dc:revisiondatestamp>20220807110911</dc:revisiondatestamp> //it.wikisource.org/w/index.php?title=La_madre_(Deledda)/Capitolo_6&oldid=- 20220807110911
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Ella riaprì gli occhi e trasalì. Era di
nuovo sola, nella cucina circondata dal
rombare del vento.
— Che sogni, Dio mio, — mormorò sospirando. — Eppure si chinò a cercare le calze, mentre le pareva di sentire i passi lievi del fantasma che se ne andava, senza però uscire dalla porta.