Or che formo di pianto un ampio lago
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Questo testo fa parte della raccolta Poesie di Pier Francesco Paoli
IV
LA LETTERA
Or che formo di pianto un ampio lago
lunge da lei, che lunge anco innamora,
non acconsente un suo pensier ch’io mora,
un suo pensier del mio morir presago;
e invece del suo volto amato e vago,
in cui bellezza angelica s’adora,
carta m’invia, perch’io la miri ogni ora,
che di lei che la scrisse è viva imago.
La miro, e cangia il ciel meco tenore,
mentre con quei caratteri possenti,
fatto mago d’amor, scongiuro Amore.
La miro e, rileggendo i dolci accenti,
con gli occhi entro quel nero asciutto umore
bevo la medicina a’ miei tormenti.