La leggenda di Tristano/LXIX
Questo testo è completo. |
◄ | LXVIII | LXX | ► |
LXIX. — Or lascia lo conto di parlare di Pallamides. E lo re Marco síi comanda che incontanente siano messi ala marina cinque padiglioni; e fue fatto incontanente suo comandamento. E dappoi sí monta a cavallo lo re e la reina e dame ed altri cavalieri e cavalcano, e la reina sí si parte con altre donne altresí e vassine ala fontana, che tanto iera dilettevole. E dappoi ch’ella fue ala fontana, tutte l’altre dame si trassero indietro. E la reina vae ala fontana e ponsi a sedere e incomincia a fare grande pianto per amore di Braguina. Ed infra questo pianto ed eco tornare li servi ala reina, e la reina si gli domandoe incontanente s’eglino aviano trovata Braguina o morta o viva. E li servi rispuosero e dissero che no l’hanno potuta ritrovare in nessuno modo di mondo. Allora sí ricomincia la reina via piú forte a piangere e disse ali servi: «E dunqua no l’uccideste voi, ché qualche cosa n’avreste voi trovato. Ditemi incontanente se voi l’avete morta». E li servi, avendo grande paura dela reina, si dissero: «Noi no l’uccidemmo, anzi la lasciammo viva nel diserto, legata a uno albore». E dappoi che la reina ebe inteso ch’era viva, si diede commiato ali servi e incomincia a gittare grandi sospiri e disse: «Oimè, lassa Braguina, quanto io sono dolorosa per te!».