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92 | la leggenda di tristano |
errante, e odendo lo cavaliere lo romore dela damigella, cavalca in quella parte per sapere chi fosse, e a tanto ebe veduto ch’iera una damigella. Ed incontanente sí smontoe a
piede, imperciò che non vi potea andare a cavallo, tanto iera
ispesso il bosco in quella parte: andò a lei e trovolla legata
a piede d’uno albore. La damigella quando vide lo cavaliere,
sí lo pregoe che la dovesse diliverare e sciogliella. A tanto
lo cavaliere sí la sciolse, ed or la dimanda s’ella hae cavallo
nessuno. Allora sí gli mostroe la damigella lo suo palafreno,
e lo cavaliere sí andoe e sí menoe lo cavallo e mise la damigella a cavallo; e poi sí tornoe lo cavaliere per lo suo cavallo e cavalca cola damigella, ed or la dimanda in che parte
ella vuole andare. E la damigella sí gli dice ch’egli sí la debia
menare a uno monisterio, imperciò ch’ella sí vuole servire
Iddio e la sua madre, «ché dappoi ched io non posso essere
con quella donna, la quale io amo piú che tutto il mondo,
non voglio servire altrui che ’l verace Iddio». Allora dice lo
cavaliere che la menerá a uno monisterio di donne. E se alcuno mi domanderá chi è questo cavaliere, io gli diroe ch’egli
è Pallamides lo buono cavaliere. A tanto cavalcano in tale
maniera che giunsero alo munisterio ad ora di prima. Allora
dice Braguina: «Come s’appella questo monisterio?». «Reale
di Gales, e perciò si chiama reale, imperciò che tutte le donne
che v’entrano entro sí sono figliuole di re o di grandi baroni.»
Allora Pallamides incominciò a riguardare la damigella e conobela, ch’ell’iera Braguina la donzella di madonna Isotta. Fune
molto allegro, ma per tutto quello giorno no le si fece accunoscere. E le donne del munisterio servono lo cavaliere e la
damigella di ciò ch’elle possono fare. Alo matino si leva Pallamides e monta a cavallo e tornasine in Cornovaglia e viene
alo passo dilo diserto di Tintoil, a una fontana, ala quale
madonna Isotta ispesse volte sí venia a sollazzarsi con altre
donne, perché la fontana sí iera molto bella e dilettevole.
LXIX. — Or lascia lo conto di parlare di Pallamides. E lo re Marco síi comanda che incontanente siano messi ala ma-