La leggenda di Tristano/CLXXXII

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CLXXXI CLXXXIII

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CLXXXII. — Ora dice lo conto, che se lo re siniscalco e Gariet e Garies avessero saputo che questi fosse T., eglino non avrebero dette queste parole per tutto il loro avere; ma di ciò ch’egli hanno detto, anche si ne penteranno ed imprima che lungo tempo trapassi. E istando in cotale maniera, e li cavalieri si levarono, quando egli ebero veduto lo giorno, e incontanente sí presero loro arme e montarono a cavallo e partironsi tutti e quattro dala magione delo forestiero e incominciarono a cavalcare per lo cammino, lo quale andava nelo diserto, e andavano parlando delo cavaliere di Cornovaglia. Ma tanto cavalcarono in cotale maniera, che lo re siniscalco e li due cavalieri sí andarono cavalcando innanzi a T. E quando fuorono dilungati da T., e lo re siniscalco disse: «Per mia fé, Gariet, io voglio che noi sí proviamo questo cavaliere, per sapere sed io vi dico veritade di tutte queste cose, ch’io abo dette. E imperciò sí voglio che noi sí dobiamo cavalcare innanzi a lui, infino a tanto che noi si troveremo due vie, e quando noi l’avremo trovate, e noi sí l’aspetteremo lo cavaliere e partiremoci da lui; e quando noi saremo partiti, e noi sí cavalcaremo molto tostamente e noi sí tornaremo in quella medesima via, lá ond’egli andrae, perché ambodue le vie sí tornano in una. Ed appelleremo lo cavaliere ala battaglia, ed allora vedrete sí com’egli fuggirá ed incontanente». E quando Gariet intese queste parole, fue molto allegro e disse: «Re siniscalco, ora fate tutto quello che voi volete». [p. 237 modifica] E a tanto si incominciarono a cavalcare molto tostamente. E Garies disse: «Per mia fé, re siniscalco, questa non è cortesia, di combattere con questo cavaliere: imperciò che a noi sembra che sia molto pro cavaliere e ardito, e tanto è bello questo cavaliere, che non può essere per neuno modo di mondo ch’egli non sia cavaliere di molto grande prodezza. E imperciò a me non piacerebe di combattere co lui in nessuna maniera».