La leggenda di Tristano/CLIII
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CLIII. — A tanto dice lo conto, che quando lo romito intese queste parole, fue molto doloroso, e disse: «Per mia fé, cavalieri, io non ho neuna cosa ched io vi possa donare, imperciò ched io non mangio se non erbe salvaggie e non beo se non agua. E imperciò sí mi duole molto di vo[i], perch’io non abo che vi dare a mangiare». E quando T. vide che lo romito non avea che dar loro neuna cosa, ed egli si ismontò incontanente da cavallo e trassero i freni ali cavagli e lasciarogli pascere. E istando per uno poco, e T. sí andoe a sedere colo romito, e istando co lui, e T. sí lo domandò e disse: «Ditemi, romito, se Dio vi salvi, in quali parti di questo diserto potremo noi trovare piú tosto aventura che in altra parte?». E lo romito sí rispuose e disse: «Cavalieri, ora sappiate che egli è iiij giorni passati che a me sí vennero due cavalieri, li quali cavalieri sí raccontaronmi lor novelle e dissermi sí come lo re Arturi iera perduto in questo diserto, e non si potea ritrovare in nessuna maniera. Onde tutti li cavalieri erranti sí sono entrati in questo diserto e sí vanno cercando per lo re Arturi, ma eglino nolo possono trovare. E imperciò sí vi dico che voi sí troverete assai aventure per quello diserto». E quando T. intese queste parole, fue molto allegro e disse: «Per mia fé, ora siemo noi aventurosi cavalieri, quando noi siemo venuti nela piú alta aventura che sia al mondo, sí com’è di trovare in questo diserto tutti li cavalieri erranti e sí come d’intrare in aventura per diliverare il piú alto re che sia al mondo, sí com’è delo re Arturi». Molto parlava T. di questa aventura. Ma istando per uno poco, e T. sí domandò il romito e sí disse: «Ditemi, romito, se Dio vi salvi, in quale parte potre’ io trovare piú tosto aventura in questo diserto che in altra parte?». Ed egli sí rispuose e disse: «Cavalieri, voi sí cavalcherete alo matino di fuori da questo monte e lascerete lo grande camino e prenderete uno istretto sentiere, e per quello sentiere sí cavalcherete tanto che voi sí perverrete ad una fontana. E quando voi sarete ala fontana, e voi sí starete ivi dinfino che voi troverete aventura, e dicovi che voi sí vi dimorrete molto poco che voi sí troverete piú aventure che voi non vorrete». E quando T. intese queste parole, fue molto allegro, imperciò ch’egli avea molto grande volontade di trovare aventure. Molto parlano T. e Ghedin e lo romito per tutta la notte di queste aventure.
Ma tanto dimorarono in cotale maniera, che la notte sí trapassoe e lo giorno appressimoe. E quando lo giorno fue venuto, e T. si acconcioe lo suo cavallo e Ghedin lo suo altresie, e montarono a cavallo e partironsi dalo romitaggio e incominciarono a cavalcare per lo diserto. E tanto cavalcarono in cotale maniera, ched eglino sí smontarono dela montagna e pervennero in una grande valle e prefunda, nela quate si era la foresta molto ispessa. Ma tanto andarono in cotale maniera che lo giorno sí trapassoe, sí che per forza convenne che rimanessero per tutta la notte nelo diserto sanza trovare neuno albergo, né anche non trovarono neuna cosa da mangiare né da bere. E quando la notte fue venuta, e T. sí disse: «Ghedin, a noi sí abisogna di rimanere per questa notte in questo diserto, dappoi che noi non avemo trovata neuna aventura». E a tanto sí smontarono da cavallo e trassero i freni a’ cavagli e lasciarogli pascere. E istando per uno poco, e Ghedin sí disse: «Per mia fé, T., voi dite che questo si appella lo diserto di Nerlantes, lá ove si truovano molte aventure. Ma ’l certo a me sí pare che piutosto si puote appellare lo diserto sanza aventure, quando noi avemo cavalcato per due giorni e non avemo trovata neuna aventura, né non avemo trovato che mangiare né che bere. E imperciò sí mi pare questo diserto sanza aventura». Ma quando T. intese queste parole, sí incominciò a ridere e disse: «Per mia fé, Ghedin, questa sí è del’aventure deli cavalieri erranti, e imperciò voi sí non vi dolete, se non trovate aventura, imperciò ch’io voglio che voi sappiate che cosí aviene deli cavalieri erranti, perch’eglino sí vanno cercando aventura per gli lontani paesi». Molto parlarono intrambodue loro li cavalieri di questa aventura.