La gioven donna cui appello Amore (1941)

Luigi Di Benedetto

XIII secolo Indice:Poemetti allegorico-didattici del secolo XIII, 1941 – BEIC 1894103.djvu Canzoni La gioven donna cui appello Amore Intestazione 14 novembre 2021 75% Da definire

Questo testo fa parte della raccolta Poemetti allegorico-didattici del secolo XIII


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VIII

     La gioven donna cui appello Amore,
ched è sovra ciascun’altra bieltate
compiuta di piacere e d’umiltate,
somma d’alto savere e di valore,
5vole e comanda a me su’ servidore
ch’i’ canti e mi diporti a le fiate,
per dimostrar lo pregio e la bontate
di ciascun c’have in sé punto d’onore.
Lá ’nde però s’acconcia il mi fin core
10in divisar di lei primieramente,
siccom’ell’è miraglio a tutta gente
che voi che la sua vita aggia savore,
di guisa c’ha quel ch’è innamorato
ch’ella ’l dimostra ognor quasi incarnato.

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15Non è saccente né puote valere
chi non rimira bene e guarda affatto
del suo piacente viso il nobil atto,
che fa rider lo cor, per lo vedere
ch’uom ha fatto di lei: e del piacere
20nasce un penser che quasi pare un patto
che Tuoni faccia d’amor, che dica ratto:
«Pur tieni il mio fin cor nel tuo podere,
ch’io aggio quanto ch’i’ savria cherere,
poi sono acconcio nel mirar di quella
25che guida gli amador come la stella
face la nave: ed è al mio parere
piú dritta la sua guida e naturale,
da poi ched’è la donna che piú vale».

     Cosí si parte l’omo a lei davanti
30e portane nel cor la sua figura;
ma s’ha udita ancor la parladura,
ben pare allora che’l cor gli si schianti:
ched e’ si parte, e di sospiri manti
si fa compagno: tale è sua natura,
35che piange om sol ch’avut’ha rea ventura
ched e’ non l’ha veduta assai innanti;
ch’acconci se ne parton tutti quanti
lasciando ciaschedun vizio e difetto;
pensando poi catun di viver retto,
40a ciò che caper possa tra gli amanti,
che son piú degni di bieltá vedere
che non son l’altre genti, al mi’ parere.