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sonetti e canzoni | 103 |
Donna d’aunor, per Dio, merzé vi prenda
di me, poi conoscete
60ch’a vostr’onor potete
me dar conforto, e a pietá discenda
lo vostro cor, che ’n alto lo ponete,
poich’a pietá intenda.
Né non mi vi difenda,
65gentil donna, ragion, poi ben sapete
che giá far non dovete
contra dolce merzede,
poi tanto v’amo in fede
ch’ella dipon quel che merzede avanza:
70avegna che ’n mio stato
trovar dovrei pietanza
in tutte parti e lato;
ché merzede e ragione
in buona oppenione
75vi doveriano dare
cor e voler di farmi allegro istare.
VIII
La gioven donna cui appello Amore,
ched è sovra ciascun’altra bieltate
compiuta di piacere e d’umiltate,
somma d’alto savere e di valore,
5vole e comanda a me su’ servidore
ch’i’ canti e mi diporti a le fiate,
per dimostrar lo pregio e la bontate
di ciascun c’have in sé punto d’onore.
Lá ’nde però s’acconcia il mi fin core
10in divisar di lei primieramente,
siccom’ell’è miraglio a tutta gente
che voi che la sua vita aggia savore,
di guisa c’ha quel ch’è innamorato
ch’ella ’l dimostra ognor quasi incarnato.