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104 poemetti allegorico-didattici


15Non è saccente né puote valere
chi non rimira bene e guarda affatto
del suo piacente viso il nobil atto,
che fa rider lo cor, per lo vedere
ch’uom ha fatto di lei: e del piacere
20nasce un penser che quasi pare un patto
che Tuoni faccia d’amor, che dica ratto:
«Pur tieni il mio fin cor nel tuo podere,
ch’io aggio quanto ch’i’ savria cherere,
poi sono acconcio nel mirar di quella
25che guida gli amador come la stella
face la nave: ed è al mio parere
piú dritta la sua guida e naturale,
da poi ched’è la donna che piú vale».

     Cosí si parte l’omo a lei davanti
30e portane nel cor la sua figura;
ma s’ha udita ancor la parladura,
ben pare allora che’l cor gli si schianti:
ched e’ si parte, e di sospiri manti
si fa compagno: tale è sua natura,
35che piange om sol ch’avut’ha rea ventura
ched e’ non l’ha veduta assai innanti;
ch’acconci se ne parton tutti quanti
lasciando ciaschedun vizio e difetto;
pensando poi catun di viver retto,
40a ciò che caper possa tra gli amanti,
che son piú degni di bieltá vedere
che non son l’altre genti, al mi’ parere.

IX

     Ben aggia l’amoroso e dolce core
che vol noi donne di tanto servire,
che sua dolze ragion ne face audire,
la quale è piena di piacer piagente,

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