La gente di spirito/Atto primo/Scena terza
Questo testo è completo. |
Giuseppe Giacosa - La gente di spirito (1872)
◄ | Atto primo - Scena seconda | Atto primo - Scena quarta | ► |
Fausto, Matteo e detti.
- Fausto
- Di signore, nessuna ancora?
- Carlo
- Nessuna.
- Fausto
- Peccato!
- Carlo
- Hai qualche notizia che ti prema dire?
- Fausto
- Forse.
- Federico
- Fuori.
- Fausto
- Con voi uomini? Siete troppo discreti, voialtri. Io voglio che le mie confidenze corrano colla stessa velocità e alla sordina... come l'elettrico.
- Carlo
- Faremo il possibile.
- Fausto
- No, no, no. Già, io rompo il sonno del mattino, il sonno dell'innocente, il dolce sonno che rimargina nel cervello i dolorosi solchi del pensiero, come dice Macbeth! Mi lacero le calzature sugli scogli, vado a rischio d'improvvisare un'ode a Nettuno, e sudo nel ritorno come il coperchio di una pentola, per lasciarmi sfiorare da voialtri piacere di raccontare le novità? Non signori. Le servirò fumide e calde a tutti i bagnanti quando ci saranno.
- Federico
- Un'avventura?
- Fausto
- Già.
- Carlo
- E Matteo la conosce?
- Fausto
- Testimonio oculare.
- Matteo
- Sono testimonio oculare... eh! eh!
- Carlo
- Allora sarà Matteo a dircela.
- Fausto
a Matteo.
- Mutus.
- Matteo
- Mutus.
- Carlo
- Insomma...
- Fausto
- Ed è bella, sapete...
- Carlo
- Faremo zitti.
- Fausto
- È bella... come la virtù. Figuratevi un angelo, una creatura trascendentale, una forma di donna impastata d'azzurro, una deità olimpica serena come la fronte di Minerva, insensibile alle commozioni terrene, un profilo di santa, un cuore di martire... insomma... madamigella Lucia, che io chiamo: la beata Lucia.
- Carlo
- Ebbene?...
- Fausto
- Ebbene... nix.
- Matteo
- Eh! eh!... nix... eh! eh!
- Fausto
- Nix... n'è vero, Matteo? Basta, ve lo voglio dire: conoscete lo scoglio che chiamano del Parto... quello a dritta?
- Federico
- Sì.
- Fausto
- Andavo a spasso, con Matteo. È così bello contemplare la natura in compagnia di una grande intelligenza! Erano le sette del mattino, e voi tutti sapete che il sentiero non mette che là. A mezza strada troviamo Ernesto, che tornava. Ci vide, s'imbrunì un pochino e fece per tirarci indietro con lui. Magari! Io non me ne diedi per inteso e mi spinsi fino allo scoglio... chi c'era sullo scoglio? La beata Lucia.
- Carlo
- Sola?
- Fausto
- Coi suoi pensieri... Si volta al rumore dei miei passi, e le vedo tanto d'occhi, con dei lacrimoni grossi così... capite! M'è quasi venuto da piangere anche a me. La beata Lucia che soffre di cuore! Fortuna che c'era Matteo, se no facevamo un duetto. Tale e quale. Io, timido come un coniglio, saluto... e via... e Matteo dietro. Ernesto ci aveva aspettati sul piazzale: mi pigliò a braccetto, e ci accompagnò fin qui.
- Carlo
- Un innocente convegno in riva al mare.
- Federico
- Se lo incontrai io mezz'ora fa, Ernesto.
- Fausto
- Dove?
- Federico
- Qui.
- Fausto
- Eravamo tornati allora... Io ero salito con Matteo in camera mia a consegnare per iscritto il racconto della nostra avventura.
- Carlo
- Per iscritto!
- Fausto
- Proprio. Tengo un libro dove ci siete tutti voialtri, e in buona compagnia, sapete! Sono ritratti pepati che vado raccogliendo... a profitto... dei posteri... che non li leggeranno mai. Ho divisi gli uomini... in due categorie... Prima: Gli uomini di spirito. Seconda: I galantuomini. Tranquillatevi, vi ho tutti messi nella prima... con me.
- Carlo
- Grazie.
- Fausto
- Sono capitoli sparsi di un libro che non scriverò mai, ma che vado spaginando nei momenti d'ozio nella mia immaginazione... se vi ci vedeste...
- Carlo
- Dovresti commettere un'indiscrezione.
- Fausto
- A mio scapito? no... Non c'è che Matteo che lo conosca. N'è vero, Matteo?
- Matteo
- Eh, eh, non ci sono che io... a conoscerlo.
- Fausto
- Non c'è che lui... e notate che avrebbe diritto di tenermi il broncio... perché l'ho ficcato nei galantuomini... ma non me lo tiene... è vero che non me lo tieni? A voialtri non ardirei mostrarvelo, perché ci siete copiati così al vero che mi diverreste nemici.
- Carlo
- Promette...
- Fausto
- E mantiene. Ho fatto come negli albums di fotografie... ho alternato... un uomo di spirito e una donna... (A Carlo). Vuoi conoscere tu... chi ti sta di prospetto?
- Carlo
- Chi?
- Fausto
- Sei troppo curioso, e poi la conosci di già di persona. Federico, guarda la signora Colletti... Ti piace?
- Federico
- Quella ne ha, dello spirito!
- Fausto
- Ne ebbe tanto che si fece sposare da un uomo ammodo e che lo incanutì innanzi tempo. E tu... ti credi di essere un talentone tu?
- Federico
imbarazzato.
- Io?
- Fausto
- Hai tanto spirito che basta... per non essere... della seconda categoria.
- Federico
- Insolente!
- Fausto
- Te lo dicevo io... che mi diverresti nemico? Quanto al far l'offeso con me... non te ne do il consiglio... Checché tu facessi... non mi batterei... sono un uomo di spirito ancor io... È vero altresì che non mi sfideresti... lo sei anche tu...!
- Carlo
- Sei troppo maligno...
- Fausto
- Oh, cavaliere! fra me e voi!... Tu sei l'intelligenza seria, io la faceta... tu saresti buono a farlo il male, come io a pensarlo; c'è fra di noi questa differenza... che tu dài molto peso alla vita, ed io mi ci diverto... Siamo due facce della stessa personalità. A me mi manca l'azione... a te... non manca nulla... Vuoi che io ti tragga l'oroscopo? Qua la mano.
- Carlo
- Eccola.
- Fausto
- Tu cerchi moglie, e la troverai. Tu sei cavaliere... ti faranno commendatore. Io penso dei romanzi... tu scriverai dei trattati. Solo... se io avessi a scrivere sarei messo al bando per corruttela... e tu predicherai la morale.
- Carlo
- Non prendi nulla sul serio, tu.
- Fausto
- Non sarò mai un uomo politico... come te... Perché... continuo l'oroscopo... fra due anni io ti veggo deputato dell'opposizione, naturalmente, progressista... amico del popolo... e chissà? C'è qui una linea... ed una linea molto curva. Sarai ministro.
- Carlo
- Che caro matto! Scortichi un po'... ma... sei simpatico!
- Fausto
- Grazie, cavaliere! Sapete mica che stamane quelle signore hanno avuto spazio di farne quattro dei bagni! Ecco qui papà Campioni che arriva... ne sento l'asma su per la scala. A furia di ponzare, fra un quarto d'ora lo vedremo. Il poveretto suda sempre... e lo compatisco... con quel po' di fardello che ha sulle spalle e che si chiama la signora Eugenia e la bellissima, seducentissima e scioltissima signorina Eulalia.
- Federico
- Che lingua infernale!
- Fausto
- È un vezzo. Mi atteggio a uomo sincero come un altro si atteggerebbe quale affetto di polmonite... e mi trovo piacere a tutti. Eccoti il mio metodo. Quando, per esempio, sparlo di te con te, faccio di sparlare insieme di tutti quelli che mi cascano fra i denti; cosicché tu non sai se tu abbia da essermi più imbronciato pel male che dico di te, o riconoscente per quello che dico degli altri. È il parallelogramma delle forze applicato alla verità. La legge meccanica della maldicenza. Tu non sai che cosa sia il parallelogramma delle forze? Domandane a papà Campioni... Quello è un uomo!