La gente di spirito/Atto primo/Scena quinta
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Giuseppe Giacosa - La gente di spirito (1872)
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Eugenia, Eulalia, Lucia, la signora Colletti, Signori e Signore e detti.
Saluti. Campioni e Carlo s'inchinano e continuano a conversare fra di loro.
- Fausto
- Si disperava di loro... a momenti.
- Eugenia
- E lei ne era inconsolabile...
- Federico
- Ci compensavamo facendo un po' di cronaca.
- Sofia
- Chissà quanto male hanno detto di noi.
- Fausto
- Siamo stati terribili.
- Eugenia
- Per esempio?
- Fausto
- Non ne abbiamo parlato.
- Eulalia
- Quel povero cavaliere che è cascato nelle branche del papà...
- Eugenia
- Ce ne avrà per un pezzo.
- Fausto
a Federico.
- Te lo diceva io?
- Eulalia
- Lo intratterrà coi suoi progetti di gloria...
- Federico
- Di gloria!
- Eugenia
- Zitto! Non sa che mio marito medita un libro?
- Federico
- Misericordia!
- Fausto
a Sofia.
- Era negoziante in filo... dalla tela alla carta... la materia prima è la stessa.
- Lucia
sottovoce all'Eulalia.
- Ho incontrato Massimo stamane.
- Eulalia
id. a Lucia.
- E gli hai parlato?
- Lucia
- Verrà qui a momenti, gli ho data la posta.
- Eulalia
- Grazie.
- Federico
- Per carità, signora Eugenia, metta in libertà il mio amico Carlo.
- Eugenia
- Chi lo ha fatto prigione?
- Fausto
- Si è costituito da sé.
- Eugenia
- E allora?
- Fausto
- E se fosse per esser liberato da lei?
- Eugenia
- Cavaliere...
- Carlo
ha un giornale in mano e continua a conversare con Campioni.
- Eugenia
- Campioni...
- Campioni
- Mi vuoi?
- Eugenia
- Imprestaci un momento il cavaliere.
- Campioni
- Me lo restituirai?
- Carlo
s'è alzato ed e venuto presso l'Eugenia, cui dice sottovoce.
- Il più tardi possibile.
- Eugenia
- Pare che avessero molte e gravi cose da dirsi con mio marito?
- Carlo
- Perché?
- Eugenia
- Appena se ci salutò quando siamo entrate.
- Fausto
- Politica, signora Eugenia, mera politica.
- Eugenia
inquieta.
- Come sarebbe a dire?
- Fausto
- Si... leggevano i giornali.