La gente di spirito/Atto primo/Scena sesta
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Giuseppe Giacosa - La gente di spirito (1872)
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Ernesto e detti.
- Ernesto
saluta le signore e va a sedere su di un sofà in fondo, intento a torcere un sigaretto.
- Sofia
a Fausto.
- L'avvocato Ernesto è di cattivo umore.
- Fausto
- C'è una storiella di mezzo.
- Federico
- Ho una buona notizia da comunicare a queste signore.
- Eugenia
- Sentiamo.
- Federico
trae il giornale che gli diede Carlo.
- È il giornale di qui. Indovinino di chi parla.
- Sofia
- Di noi?
- Federico
- Di tale che noi tutti conosciamo. E pare che noi si possegga qui una vera curiosità in punto virtù.
- Eulalia
- Che cosa è stato?
- Fausto
- Non vorrai esser tu.
- Federico
- Oh no... pur troppo. Se la dura un po' a questo modo lo stabilimento sarà visitato come un santuario.
- Sofia
- Via, si spicci.
- Federico
- Si tratta di uno di quei rari esempi di carità e di modestia, che la Provvidenza... c'è scritto così sul foglio... che la Provvidenza suscita di quando in quando per mostrare agli uomini le vie...
- Fausto
- Sapevamcelo. Vieni all'argomento.
- Federico
- Ebbene... il dottor Massimo.
- Fausto
- È lui?
Eulalia e Lucia prestano viva attenzione.
- Federico
- Lui stesso. Una povera famiglia, una madre malata, un visitatore notturno, medico, che porta seco i rimedi, che serba il più stretto incognito...
- Fausto
- Difatti va per le gazzette.
- Carlo
- È una storia commovente! Peccato che non ci sia anche da noi un premio Montjon.
- Fausto
- Sì, lo decreteremmo all'incognito... signor Massimo.
- Matteo
- Ebbene, io trovo sul serio che il signor Massimo si merita ogni maggiore encomio.
- Federico
- Ah, ah, Matteo!
- Carlo
- Io lo darei a te il premio.
- Eulalia
sorridendo lo percuote sulle mani col ventaglio.
- Cattivaccio.
- Matteo
- Voialtri la sapete tutti più lunga di me.
- Fausto
- Ti pare? Eh, eh, Matteo!
- Federico
- No... rispettatelo, Matteo!
- Lucia
- Non so davvero scorgere nella storia del signor Federico, e nelle parole del signor Matteo, motivo a tanta ilarità.
- Carlo
- Ha ragione. Noi siamo scettici troppo.
- Fausto
- Solo vorrei sapere donde assume le proprie informazioni, il giornale.
- Eulalia
- Sarà la famiglia soccorsa che le avrà fornite.
- Federico
- Ma dacché il benefattore era un incognito...
- Carlo
- Il signor Massimo avrà pensato che non basta farlo, che è necessario che il bene operato si riversi in esempio per tutti, e quindi avrà eziandio eroicamente sacrificata la propria modestia. È un merito maggiore.
- Eulalia
torna a percuoterlo sulle mani col ventaglio.
- Malizioso.
- Lucia
sottovoce all'Eulalia.
- Oh Eulalia!
- Federico
- Che ne dice Ernesto del nostro eroe?
- Fausto
- Sì, sentiamo il parere...
- Sofia
- ...di un'altra delle male lingue.
- Ernesto
senza muoversi dal sofà su cui è mezzo sdraiato.
- Io non dico nulla.
- Fausto
- Ah! E perché?
- Ernesto
- Primo perché non ho nulla da dire, e poi perché avete già detto troppo voialtri.
- Federico
- Ce n'è ancora delle ragioni?
- Ernesto
- Sì, ce ne hanno sempre a migliaia per indurre taluno a una corbelleria.
- Carlo
- Dunque il tuo silenzio è una corbelleria.
- Ernesto
- Ho detto corbelleria? È vigliaccheria che volevo dire, e a tacermi la commetto, perché mi dovrei alleare con Matteo. Ringraziatene i miei capelli che mi dolgono.
- Fausto
- Ah, ah, alleato con Matteo!
- Matteo
- Eh, eh!
- Carlo
- Matteo, su la testa.
- Federico
- La lega santa degli uomini di cuore!
- Ernesto
levatosi adagino, si appressa a Federico, cui dice.
- La vuoi smettere, poveraccio! Guardatelo che mostra i denti. (Gli porge un dito). To', mordi.
- Fausto
- Dagli.
- Ernesto
a Fausto.
- Non te lo darei a te, il dito in bocca, e neppure a sua eccellenza il cavalier Carlo tuo amico, ma a questo slattato di ieri...
- Federico
- Ernesto!
- Ernesto
- Sst... mi fa male la testa... Se le signore me lo permettono, io le riprivo della mia incantevole conversazione e mi rimetto a sedere. (Passa daccanto a Matteo e gli stringe la mano). Tu sei un buon diavolo, Matteo. (Si rimette a sedere).
- Fausto
a Carlo.
- Effetti delle passeggiate romantiche.
- Eugenia
- Che cosa si fa stamattina?
- Fausto
- Quello che si fa al solito. Si sparla del prossimo.
- Eulalia
- Dica per conto suo.
- Fausto
- È vero; loro tenevano il sacco.
- Carlo
sottovoce all'Eulalia.
- Si è asciugati gli occhi?
- Eulalia
- Io?
- Carlo
- M'era sembrato di vederla piangere al racconto di Federico.
- Eulalia
- Che!
- Carlo
- Andiamo alla stazione?
- Eugenia
- Andiamoci. (A Sofia). Ci viene lei?
- Sofia
- Sissignora.
- Lucia
- Col suo permesso, zia, noi si rimane.
- Eugenia
- Chi noi?
- Lucia
- Eulalia e io.
- Eugenia
- A far che?
- Lucia
sottovoce all'Eulalia.
- Parla tu.
- Eulalia
- C'è troppo caldo, e poi vogliamo finire il ricamo.
- Eugenia
- Fate. E mio marito?
- Fausto
- Dorme i sonni dell'innocenza.
- Carlo
- Andiamo? (All'Eugenia). Il suo braccio.
- Eugenia
- Grazie.
- Fausto
- Signora Sofia... (Le offre il braccio).
- Sofia
- Non sarà troppo cattivo?
- Fausto
- Lo vedrà per istrada... Un momento... Signor Fernando...
- I° Bagnante
lo guarda sospeso.
- Fausto
- Scusi... faccia vedere la lingua.
- I° Bagnante
lo guarda, crolla le spalle e si mette a conversar sottovoce colle signore.
- Sofia
a Fausto.
- Il signor Fernando non parla che colle signore.
- Fausto
- Che siano più indulgenti di noi?
Escono.