La fuga di Papa Pio IX a Gaeta/Capitolo X

Capitolo X

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X


Mentre accadeva nel palazzo Quirinale quello che ho narrato, mio marito accompagnalo dal suo cacciatore tedesco Federico aveva abbandonato verso le ore cinque e mezzo in un piccolo legno aperto la nostra abitazione nel palazzo Pamfili, ed erasi recato per la via del Coliseo e quella delle Terme di Tito alla chiesa dei Ss. Pietro e Marcellino, situata là dove s’incrociano la contrada Labicani e quella di S. Maria maggiore, che conduce al Laterano. Pio IX come cardinale era stato protettore di questa chiesa, ed erasi convenuto, non so se a caso o con intenzione, che il papa dovesse qui prender posto nella carrozza del conte, e così secolui abbandonar Roma. Essendo stato [p. 18 modifica]trattenuto il papa nel palazzo in causa del menzionato accidente, passò circa una mezz’ora oltre il tempo fissato, e così incominciava a mio marito a battere fortemente il cuore. Ma improvvisamente sentì un lontano calpestio di cavalli, e il rumore di una vecchia carrozza. Rivolse i suoi sguardi da quella parte, e allorchè la vide fermarsi presso alla sua, ringraziò il Signore, che la salvezza era già a mezzo raggiunta.

Filippani discese il primo, indi il papa prese posto nella carrozza del conte, il cameriere montò di nuovo nell’altra ed entrambi si diressero verso la vicina piazza di san Giovanni in Laterano. La vecchia carrozza si fermò un istante in un luogo solitario, aspettò sino a che il calesse fosse sortito senza ostacolo dalla porla della città, e tornò poi indietro per la stessa strada.