Giuseppe Gioachino Belli

1833 Indice:Sonetti romaneschi III.djvu sonetti letteratura La fruttaroletta Intestazione 23 giugno 2024 75% Da definire

Er galoppino Er passaporto
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1833

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LA FRUTTAROLETTA.

     Pe’ mmé sso’ stufa[1] de stà[2] ssur cantone
A ccosce[3] callaroste e ccallalesse.[4]
Eppoi, cqua sse pò ddì,[5] ppe’ cche interresse?
Sfiatasse[6] un anno pe’ abbuscà un testone![7]

     Ôh, ssi[8] Ddio me provede, in concrusione
Vojjo mette[9] un telaro, e annà in calesse.
Ccusì, cquanno me cricca[10] de stà a ttesse[11]
Ciò[12] er capitale mio: nun ho rraggione?

     Eppoi, ’na donna ch’abbi[13] er zu’ telaro
E ssappi[14] tesse la su’ bbrava tela,
Nun è ppiù mmejjo d’un callarostaro?

     Eppoi, questo dich’io: s’io so’ de vela[15]
In cammio[16] d’un mestiere a ffanne[17] un paro,
Chi mme lo po inibbì?[18] vvenno[19] le mela.

27 ottobre 1833.

Note

  1. Per me sono annoiata, stanca.
  2. Di stare.
  3. Cuocere.
  4. [Calde-a-rosto e calde-a-lesso: castagne arrosto e a lesso.]
  5. Si può dire.
  6. Sfiatarsi.
  7. Testone: moneta d’argento di tre paoli. [Poco più di una lira e mezzo delle nostre.]
  8. Se.
  9. Mettere.
  10. Mi aggarba: mi salta il baco.
  11. Di stare a tessere.
  12. Ci ho.
  13. Che abbia.
  14. Sappia.
  15. Sono di vela: ho desiderio.
  16. Cambio: vece.
  17. Farne.
  18. [Inibire.] Proibire.
  19. Vendo.