La forza dell'animo (1828)/Sezione 3

Lettera al professore Hufeland

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III.

Del mangiare e dormire.

Nello stato sano e nella gioventù egli è più opportuno, riguardo al godimento, al tempo ed alla quantità, il consultar solo l’appetito (la fame e la sete); nelle debolezze che si manifestano colla vecchiaja, una certa abitudine d’una provata salutare maniera di vita, cioè di osservare lo stesso ordine tutti i giorni, si è un principio dietetico favorevole alla longevità, a condizione però di farvi eccezioni nel caso che l’appetito lo ricusi.

Si è fatto sovente la domanda, se dietro la regola dietetica sia d’accordarsi un solo pasto in 24 ore, come un solo sonno in altrettante ore, ovvero se non fia meglio di togliere qualche cosa all’appetito a pranzo, per poter anco cenare. Quest’ultimo è certamente un passatempo di più. Il primo credo più conveniente nel così detto fiore dell’età; il secondo nell’età più avanzata. [p. 20 modifica]Lo stimolo alla cena può diventare una morbosa sensazione, che si perviene a signoreggiare col fermo proponimento in modo da più non accorgersene.