La fine di un Regno (1909)/Parte III/Documenti vol. II/III

Documento III

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Documento III, volume II, cap. V.


Il testamento di Paolo Tonti.


“Io Paolo Tonti del fu Francesco di questo Comune di Cerignola in Capitanata, avendo preinteso che il mio testamento pubblico da me fatto per mezzo dei notari D. Ottavio Farina e D. Pasquale Santamaria nel dì primo del corrente mese ed anno, si voglia impugnare per voluta mancanza di formalità legali, o per dubbio sulla chiara e precisa volontà mia; ad ovviare ogni triste conseguenza, intendo fare, come fò il seguente mio testamento in forma mistica, col quale, ritenendo nella sostanza le principali disposizioni scritte nel predetto mio testamento pubblico, ho creduto aggiungerne altre, e portare maggior chiarimento alle prime. E poichè, sebbene sano di mente, pure inabilitato a scrivere ed a firmare per l’attuale infermità del mio corpo, mi sono servito dell’opera del Padre D. Luigi De Feo del Santissimo Redentore, aggiungendosi un testimonio di più all’atto di soprascrizione.

“La mia ultima, libera e spontanea volontà è dunque la seguente:

“1° Nomino mio erede universale il comune di Cerignola, coll’obbligo di adempiere alle seguenti mie disposizioni.

[p. 109 modifica]“2° Voglio che ducati 100 000 dalle rendite dei miei beni siano impiegati per la costruzione di una chiesa cattedrale in questa città di Cerignola, spendendosi il danaro annualmente a misura che verrà esatto senza mai permettersi il cumulo. Il disegno di detta chiesa sarà procurato tra un anno dalla mia morte dal Sindaco e Decurionato della città, e nel mese successivo alla presentazione del disegno si darà mano all’opera. L’intendente della Provincia ed il Vescovo di questa Diocesi sono pregati d’invigilare per la esatta esecuzione di questa mia disposizione.

“3° Esaurita la somma di ducati 100 000 per la costruzione della detta chiesa cattedrale, le rendite annue dei miei beni voglio che siano mutuate coll’interesse del cinque per cento ai coloni bisognosi di Cerignola, ed agli altri miei concittadini, che abbiano bisogno di denaro, dietro esibizione dei pegni o di idonea garentia. A stabilire poi quali siano i coloni ed i cittadini bisognosi, ai quali si possono mutuare delle somme, nomino un’apposita Commissione composta dal Giudice locale, dal Sindaco e da tutti i parroci di questa città, i quali decideranno a maggioranza assoluta di voti. Gli interessi delle somme mutuate si eleveranno a capitale, e quando si sarà giunti a ducati 100 000 sarà formato un Monte Pecuniario, che porterà il mio cognome, la di cui amministrazione sarà regolata nelle sue particolarità ed indipendenza da un regolamento, che si farà appositamente dal Real governo, escludendosi sempre ogni ingerenze della beneficenza.

“4° Allorchè dunque il Monte sarà giunto a possedere i ducati 100 000, i frutti di queste somme e le altre rendite dei miei beni saranno impiegate per opere pubbliche comunali, e per annua elemosine ai poveri di questa città in proporzione quest’ultime al quarto delle rendite totali. Per lo impiego delle somme, giusta l’articolo precedente e per l’amministrazione del Monte Pecuniario, sarà nominata una Commissione di tre individui da proporsi dal Decurionato di questa città e da approvarsi dal Re nostro Signore in ogni biennio. Il Decurionato, dopo il mio decesso, procederà alla proposta dei suddetti tre individui, i quali immediatamente dopo l’approvazione prenderanno le redini dell’amministrazione della mia eredità e di quanto altro ho disposto.

“I conti dovranno darsi da questi amministratori al potere sovrano, che curerà il regolare ed esatto andamento delle cose.

“5° Voglio, inoltre, che in ciascun anno, in cui si farà la leva dei soldati, una parte delle mie rendite sia impiegata, a preferenza di tutte le altre precedenti disposizioni, a fare i cambi a quelle reclute di questo comune, che non possono farseli con i mezzi delle loro famiglie, e ciò, a giudizio di una Commissione composta dal [p. 110 modifica]Giudice locale, dai parroci e da tre probi cittadini, scelti de questo Decurionato, i quali tutti giudicheranno a maggioranza assoluta dei voti.

“6° Voglio e comando che dal danaro contante, dalla vendita dei generi cereali, cavalli della scuderia, carrozze, vacche, capre e bufale siano soddisfatti i legati che sieguono.

“E quante volte il danaro non fosse sufficiente a tutto soddisfare, il dippiù sarà prelevato in proferenza di quanto si è disposto di sopra dagli altri cespiti componenti la mia eredità:

“1° Dono e lego a favore di Donna Maria Basson ducati 24 000, il letto e biancheria ad uso del medesimo e gli oggetti mobili esistenti nella sua camera da letto, dalla quale non potrà essere allontanata che dopo due mesi dal giorno del mio decesso.

"2° Dono e lego a favore di Antonio La Piccirella fu Salvatore ducati 2000.

“3° Dono e lego a favore di Don Domenico Solimine ducati 2000.

“4° Dono e lego a favore di Diana Fierri fu Pasquale ducati 2000.

“5° Dono e lego a favore di Luciella Olivieri, figlia dei coniugi Antonio e Rosa Serolla, ducati 1000 da pagarsi quando sarà giunta alla maggiore età, o passerà a marito, e nel frattempo le si corrisponderà l’annuo interesse alla ragione del cinque per cento. Premorendo ai genitori, i ducati 1000 saranno immediatamente dopo la morte di lei pagati a questi.

“6° Dono e lego a favore del signor Don Domenico Notar Perreca di Stornara annui ducati centoventi vita sua durante.

"7° Dono e lego ai signori Don Domenico e Don Raffaele Solimine, oltre di quello sopradetto a favore del primo, ducati centoventi per ciascuno loro vita durante.

“8° Dono e lego a favore del Collegio, dico, di Don Alessandro Tozzi ducati mille e seicento a titolo di rimunerazione per le assistenze e servizi resimi da lungo tempo.

“9° Dono e lego a favore del Collegio del Santissimo Redentore, sotto il titolo di Santa Maria della Consolazione in Deliceto di Capitanata, ducati mille, di cui il Rottore del detto Collegio ne farà quell’uso che stimerà conveniente.

“10° Dono e lego ducati duemila per la celebrazione di messe duemila, che verranno celebrate a cura del Padre Don Luigi De Feo, al quale sarà consegnato il denaro in una sol volta. Lego poi allo stesso Padre Don Luigi De Feo del Santissimo Redentore a titolo di pura rimunerazione, per gli immensi ed incessanti servizi resimi in tutti i tempi, specialmente negli affari della divisione tra [p. 111 modifica]me ed il Collegio dei Pagani, e per la installazione del Monte di Pietà in questa città.

“11° Dono e lego a favore delle persone, che a tempo della mia morte si troveranno al servizio del mio palazzo, compresi tra esse il fattore Luigi Pece e la curatola Angela di Paola e Rosa Serolla la somma di ducati cento per ciascuno per una sola volta, e voglio che si abbiano abitazione gratuita fino a tanto che non troveranno a prendere altro servizio. A favore poi del mio cocchiere Michele De Finis, oltre a quanto di sopra disposto, avrà particolarmente un mensile di ducati sei per sinacchè non troverà altro padrone che gli dia un mensile eguale all’attuale.

“12° Dono e lego a favore di Don Giuseppe Rinaldi juniore del fu don Antonio annui ducati cento vita sua durante con pagamento anticipato.

“13° Voglio e comando che nel giorno del mio decesso si abbiano a distribuire ducati trecento ai poveri di questa città a cura degli esecutori testamentari.

“14° Voglio e comando che i miei agenti Don Raffaele e Don Domenico Solimine continuino nell’amministrazione dei miei beni fino a tanto che non verranno nominati i tre amministratori nei modi come sopra stabiliti, e che il detto Don Giuseppe Rinaldi iuniore sia l’avvocato della mia eredità con analogo compenso oltre i ducati cento come sopra stabiliti.

“15° Nomino miei esecutori testamentarii i signori Don Giuseppe Manfredi fu Don Pasquale, Don Giovanni Gala fu Don Francesco Paolo e Don Celestino Bruni fu Felice. Casso ed annullo qualunque altra mia antecedente disposizione e testamento. Fatto oggi tre marzo 1855 in Cerignola„.

firmato: Paolo Tonti del fu Francesco.