La disputa ar caffè

Giuseppe Gioachino Belli

1837 Indice:Sonetti romaneschi V.djvu sonetti letteratura La disputa ar caffè Intestazione 13 maggio 2024 75% Da definire

Er bicchieraro a la Ritonna La correzzion de li fijji
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1837

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LA DISPUTA AR CAFFÈ.

     Sere addietro, ar caffè, ddisse un paìno[1]
Pien de peli ar barbòzzo:[2] “Er Re de Francia,„[3]
Disce, “ha abbuscato una gran brutta mancia[4]
A rubbasse[5] lo sscetro a ssu’ cuggino.„

     “Come?!„, arispose un vecchio cór cudino:[6]
“Iddio j’ha mmess’in mano la bbilancia
D’Uròpa,[7] e llui farà apparà[8] la guancia
A cchiunque in ner monno è ggiacubbino.„

     L’antro j’annava[9] a rrepricà de core;
Ma er vecchio furbo je serrò la bbocca
Discenno: “Er Re de Francia è un Zarvatore.„[10]

     Allora er giuvenotto arzò la vosce:
“È vvero,„ disce; “e ppe’ cquesto je tocca
La corona de spine eppoi la crosce.„

11 marzo 1837.

Note

  1. Paìno, è “chiunque vesta con fogge non plebee.„ [V. la nota 5 del sonetto: La Tirnità ecc., 31 marzo 36.]
  2. [Pieno di peli al mento; dunque, liberale. V. la nota 8 del sonetto: Don Micchele ecc. 14 dic. 34.]
  3. [Luigi Filippo, alla vita del quale era stato attentato dal Fieschi il 28 luglio 1835.]
  4. [Ha fatto un gran brutto affare. I bottegai chiamano prima mancia, seconda mancia ecc., la prima e la seconda vendita che fanno nella giornata.]
  5. A rubarsi.
  6. Codino: coda di capelli.
  7. Europa.
  8. Parare.
  9. Gli andava.
  10. Salvatore.