La danza degli gnomi e altre fiabe/Piumadoro e Piombofino/II

Piumadoro e Piombofino - Capitolo II

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Piumadoro e Piombofino - I Piumadoro e Piombofino - III

Sui quattordici anni avvenne a Piumadoro una cosa strana. Perdeva di peso.

Restava pur sempre la bella bimba bionda e fiorente, ma s’alleggeriva ogni giorno di più.

Sulle prime non se ne dette pensiero. La divertiva, anzi, l’abbandonarsi dai rami degli alberi altissimi e scendere giù, lenta, lenta, lenta, come un foglio di carta. E cantava:


Non altre adoro - che Piumadoro...
Oh! Piumadoro,
bella bambina - sarai Regina.


Ma col tempo divenne così leggera che il nonno dovette appenderle alla gonna quattro grosse pietre perché il vento non se la portasse via. Poi nemmeno le pietre bastarono più e il nonno dovette rinchiuderla in casa.

- Piumadoro, povera bimba mia, qui si tratta di un malefizio!

E il vecchio sospirava. E Piumadoro s’annoiava, così rinchiusa.

- Soffiami, nonno!

E il vecchio, per divertirla, la soffiava in alto per la stanza. Piumadoro saliva e scendeva, lenta come una piuma.


Non altre adoro - che Piumadoro...
Oh! Piumadoro,
bella bambina - sarai Regina.


- Soffiami, nonno!

E il vecchio soffiava forte e Piumadoro saliva leggera fino alle travi del soffitto.


Oh! Piumadoro,
bella bambina - sarai Regina.


- Piumadoro, che cosa canti?

- Non son io. È una voce che canta in me.

Piumadoro sentiva, infatti, ripetere le parole da una voce dolce e lontanissima.

E il vecchio soffiava e sospirava:

- Piumadoro, povera bimba mia, qui si tratta di un malefizio!...