La cui sentenza da rasgion si scosta
Questo testo è incompleto. |
◄ | Con vana erranza fate voi riparo | Forte mi maraviglio per che s'erra | ► |
Questo testo fa parte della raccolta IV. Tenzoni politiche fiorentine/V. Tenzone tra Monte Andrea, ser Cione Baglioni, ser Beroardo, Federigo Gualterotti, Chiaro Davanzati e messer Lambertuccio Frescobaldi
11 — MONTE
Venga pure questo principe: avrá il fatto suo.
La cui sentenza da rasgion si scosta,
intra li saggi punto non s’accosta;
per ch’io approvo ben per ogni costa
4ciò, che m’è pòrto, in tale loco sta.
E son certo che tal vi dice co’ sta,
ell’a la celata mi fere per costa;
ma chi vuol dica, ché chi piú di costa
8gente n’alletta, final morte costa.
Ché giá non varrá lor ripa né costa,
ché de lo scampol non rimarrá costa.
11E vegna pur chi ha la spada larga,
che ’l pagamento usato giá non larga
Carlo con la sua gente, tant’è larga.
14Avvegna ch’egli stea cosí da larga,
in un punto ne dá sentenza larga:
ed or fia tal, poi staremo a la larga.