La cremenza minchiona

Giuseppe Gioachino Belli

1835 Indice:Sonetti romaneschi IV.djvu sonetti letteratura La cremenza minchiona Intestazione 13 novembre 2024 75% Da definire

Un inzòggno Madama Lettizzia
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835

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LA CREMENZA MINCHIONA.

     Ch’er Papa, co’ l’annà ttanto bberbello1
Contr’a li ggiacubbini de la setta,
Se pòzzi2 conzervà Rroma soggetta,
Ciò le mi’ gran difficortà, fratello.3

     Eh ssi fuss’io, pe’ cquanto?, pe’ un’oretta,
Governator de Roma e bbariscello,4
Vederebbe oggni suddito ribbello
Cosa se5 chiama ar monno aspra vennetta.

     ’Na bbrava manettata lesta lesta,
Un proscessaccio, e, appena condannati,
Sur carretto,6 e ppoi subbito la testa.

     E ppe’ incùte7 a la setta ppiù ppavura,
Doppo avélli accusì gghijjottinati
Je darebbe8 una bbona impiccatura.

6 settembre 1835.

Note

  1. Bel bello, dolcemente.
  2. Si possa.
  3. [Qui vale: “amico, caro mio,„ e simili.]
  4. Bargello.
  5. Si.
  6. [Sul carretto, che serviva per portare al patibolo i condannati.]
  7. Per incutere.
  8. Gli darei.