La cattura
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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti dal 1828 al 1847
LA CATTURA.
Da sì cch’ebbe er proscetto1 era er compare
Ggià ppecora segnata der curato,2
E jj’annava a la lónga3 ammascherato4
Un sbirro5 com’e nnoi da secolare.6
Bbe’, gattone gattone asscivolato
Lo vedde in ner porton de la commare?
E llui subbito curze er militare7
A ssonà la trommetta8 ar Vicariato.9
Detto fatto ordinonno ar bariscello10
Dua de cuell’abbatacci farisei
D’annà co’ ccinque bbracchi e un grimardello.11
Pe’ ffalla curta entronno tutt’e ssei,
E acchiappònno er compare, poverello,
Propio in freganti-grimini12 co’ llei.
7 gennaio 1832.
Note
- ↑ [Da quando ebbe il precetto, che consisteva in restrizioni, spesso gravissime, della libertà individuale; nell esser soggetto a una sorveglianza speciale della polizia; nell’obbligo di confessarsi e comunicarsi ogni tanto tempo, ecc. Cfr. Pianciani, Op. cit., vol. III, pag. 327 e seg.]
- ↑ [Su i poteri polizieschi del quale si veda in questo volume la nota 1 del sonetto: Er Curato, 13 nov. 33.]
- ↑ [E gli andava alla lunga: e lo pedinava da lontano.]
- ↑ Ai birri, in un tempo non remoto, fu data certa specie di uniforme. Ciò fu poco prima della venuta dei Francesi nel 1808.
- ↑ Birro.
- ↑ Alla borghese. In Roma chi veste l’abito comune dicesi assolutamente che veste da secolare.
- ↑ Il birro in uniforme.
- ↑ A fare la spia.
- ↑ [V. in questo volume la nota 1 del sonetto: Er giudisce ecc., 26 genn. 32.]
- ↑ [Al bargello.]
- ↑ Cinque birri e un grimaldello, strumento per aprir serrature senza chiave.
- ↑ In flagrante crimine.