La Valle Seriana/Commiato
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COMMIATO.
Prima di separarci dai nostri benevoli lettori, coi quali vogliamo sperare di rivederci nella seconda parte di questo lavoro, per scorrere insieme il resto della Valle1 e, ammiratane dapprima la stupenda cascata, salire insieme sino alle sorgenti del Serio ed a’ suoi laghi, quali il Verbano, il Bardellino ecc., non possiamo tralasciare di notare pei signori villeggianti nazionali e forestieri come il clima di questa Valle descritta, sia assai salubre essendone l’aria asciutta, sottile ed elastica e mantenendovi i venti di sera sereno il cielo per circa due terzi dell’anno. Aggiungiamo che gli abitanti sono nella pluralità ospitali, cortesi, laboriosi.
Ed allorquando la primavera fa ritorno e la natura «il suo verde ammanto veste» ecco pure il mandriano fare ritorno co’ suoi armenti, ai pascoli de’ circostanti monti. È costume di questi valligiani, massime a’ giorni festivi, recarsi, in sul fresco del mattino in liete e numerose compagnie, sulle cime dei medesimi e quivi gustare del buon latte e della squisita panna. L’andarvi è sempre delizioso, perchè rallegrato, nascosti fra i ramosi alberi o tra il folto de’ cespugli dei boschi rallegrato diciamo, dal melodioso flautato canto dell’usignuolo, di quello del capinero, dei tordi, dei merli, delle cingallegre, delle cutrettole, de’ fringuelli e varii altri quivi nidificanti, uccelli tutti che mescolando insieme i loro svariati concenti ne formano tale armonia da ricreare estaticamente l’animo.
L’estate, sempre ventilato, ha una temperatura relativamente dolce, il mattino ed il crepuscolo vi sono sempre piacevolissimi. Inutile dire che vi si trova frutta saporitissima di abbondantissima2.
L’autunno poi verrà carco d’ogni ben di Dio e gli abitanti dal piano, al colle, al monte li vedremo tutti affaccendati a raccogliere, a riporre, a governare i diversi prodotti del suolo.
Di questa stagione poi, prestandosi assai questa Valle, le colline ed i monti anche, si coprono di paretai (roccoli), bressanelle, ossia tese di reti ove si prende una quantità grandissima di piccoli uccelli di passaggio, ordinariamente fra i più squisiti, come allodole, tordi, beccafichi, ortolani, fringuelli, montani, pettirossi, codirossi e simili3. A chi piaccia altri uccelli de’ sopra nominati potrà pure trovare su questi monti le pernici, il fagiano nero, il francolino e benchè raro oggidì, il gallo di montagna. A altri può scendere più basso se di tal caccia si diletta, e, fra le acque e le paludi vi troverà anitre selvatiche, folaghe, ardee, e simili. Al più ardimentosi si può proporre di recarsi sulle più scoscese balze e vi troveranno camozze, dalle carni saporite, e, nei boschi più vicini, lepri, tassi, volpi, martore, scoiattoli, faine, donnole, e se v’è chi cui basti il coraggio di misurarsi col lupo o con qualche orso si spinga sui monti più inospiti. Ma di ciò parleremo più ampiamente nella 2ª parte di questo lavoro. Per finire, se ancora v’ha chi preferisca altri divertimenti, e, fornito di buoni polmoni e di ottimi garetti, ami farla da alpinista e tentare escursioni sui nostri monti, si provveda della Guida: Sulle Alpi Bergamasche di Alessandro Alebardi, e nella medesima ne troverà segnate con matematica precisione delle bellissime e divertentissime. — Come si vede ce n’è per tutti i gusti.
Anche l’inverno è relativamente mite. Ne’ più rigidi inverni, il termometro ha sempre segnato pochi gradi sotto zero. I valligiani sanno del resto renderselo meno burbero. Qua raccolti nelle stalle, altrove in ambienti riscaldati da buone stufe, gli abitué al solito Albergo, fra arguti, salati, amichevoli conversari, fra una partita e l’altra, fra l’una e l’altra frottola, spessissimo alternate da improvvisate serenate4, e che van sempre a finire con quattro salti (frase del luogo per dire un ballo) la brutta stagione si svolge, corre, passa e finisce in men che si crede.
Note
- ↑ Prima però di intraprendere la 2ª parte della nostra gita, trovandoci già a Clusone, non vorremo tralasciare di fare una visita a Rovetta (km. 3.400) patria dei più volte citati in questa Guida, fratelli Fantoni. Vi potremo osservare in cinque stanze quanto i loro discendenti conservano in opere, modelli e migliaia di disegni la maggior parte de’ loro illustri antenati, il resto di altri artisti, è una collezione di stampe e circa 8000 volumi, tra i quali i manoscritti di Lorenzo Mascheroni, alcuni di S. Tomaso d’Aquino, il tomo VIII delle opere di Voltaire, edizione di Dresda 1778, con correzioni dell’autore stesso nel più delle pagine, dono del signor Famia, amico di Alessandro Manzoni.
- ↑ Nel colmo dell’estate potranno i signori villeggianti recarsi alle acque di S. Pellegrino, di S. Omobono, di Trescorre, di Caverina, ecc. luoghi frequentatissimi da distinte persone e tutti vicinissimi alla loro residenza.
- ↑ Accentuatissima è in questi abitanti la passione alla caccia. Grandi e piccoli, giovani e vecchi, poveri e ricchi, operai, artigiani, artisti, professionisti, impiegati, ecc. ecc., col fucile a posto fisso o libero, con reti, con panie, o con grandi tese di lacciuoli (archett) tutti vogliono pagare il loro tributo a Diana.
- ↑ Sviluppatissimo è pure il senso della Musica. Questa valle ha sempre dato valenti musicisti, alcuni di fama mondiale. Le varie sagre che si tengono a questo e a quel paese sono di solito accompagnate, nelle loro funzioni, da buonissima musica. I buongustai potranno persuadersi de auditu. Varii Corpi musicali sorgono in questi paesi e nell’ultimo concorso dell’autunno 1896, tenutosi in Bergamo, molti di questi vennero premiati.
È notorio come in un paese di questa Valle — una sera del Marzo di un dato anno — si trovassero convenute diverse persone a studiare insieme musica. Si chiamavano allora Filarmonici. Ad uno della Compagnia, uomo facoltoso e versatile di ingegno, viene una idea e l’esprime ai compagni in termini press’a poco così:
«S’ha a fare tra noi un’orchestra, di cui sia opera nostra, gli istrumenti, la composizione della musica, cogli annessi e connessi, per accettare funzioni sacre, un’orchestra, intendiamoci, di soli istrumenti a corda?» — Detto, accettato e fatto — e nel luglio dello stesso anno si producevano ad una funzione con istrumenti proprii, con musica propria. Direttore ed esecutori del Marzo appena. E piacquero, ed anco oggidì sono chiamati a fare funzioni.
Altra passione di questi Valligiani e, spiccatissima essa pure, è il giuoco del pallone e della palla. Vi si trovano abilissimi i giuocatori e non poche sono le sfide tra i giuocatori di un paese e quelli di un altro e sono sempre sfide e gare interessantissime e alle quali il popolo vi assiste numeroso e vi si appassiona assaissimo.