La Cortigiana (1525)/Atto secondo/Scena sesta

Atto secondo
Scena sesta

../../Atto secondo/Scena quinta ../../Atto secondo/Scena settima IncludiIntestazione 30 maggio 2008 75% Teatro

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Rosso e Aloigia roffiana.

Rosso
Dove vai tu con tanta furia?
Aloigia
Mo’ qua e mo’ là, tribulando.
Rosso
Che ti manca? Tu governi Roma!
Aloigia
Gli è vero; ma la disgrazia de la mia maestra mi dà questa briga.
Rosso
Che ha, male?
Aloigia
L’averà male, e el malanno è pro meriti: si abrucia domattina. Part’egli onesto?
Rosso
Né giusto, né onesto: come diavolo abrucia? Ha ella crucifisso Cristo?
Aloigia
Non ha fatto nulla.
Rosso
Oh, àrdese la gente per non fare niente? Che cose son queste ladre e ribalde? Or credi a me, che Roma ha presto a ruinare!
Aloigia
L’ha bevuto el figliolo de la sua comare, per troppo amore.
Rosso
E non altro?
Aloigia
Ammaliò il suo compare, per compiacere a un amico.
Rosso
Questo è una galanteria!
Aloigia
Diede el veleno al marito de la Georgina, perché gli era un tristo.
Rosso
El Senatore non sa ricevere gli scherzi!
Aloigia
Rosso mio, l’ha fatto un testamento da reina, e m’ha fatto erede de ciò che l’ha.
Rosso
Bon pro’! Che t’ha ella lasciato, se si può dire?
Aloigia
Molte belle cose: lambicchi da stillare, acqua da levare lentigini e macchie di mal francioso, strettoio da ritirare poppe che pendono, mollette da pelare ciglia, un fiasco de lacrime d’amanti, un bicchiere di sangue di nottola, ossa di morti per tormenti e per tradimento, unghie de gufi, cuori d’avoltori, denti di lupi, grasso d’orso e funi d’impiccato a torto. E per il vicinato non se ragiona d’altro; dove, per sua grazia, son sempre la prima chiamata a nettare denti, a cavare la puzza del fiato e mille gintilezze.
Rosso
Riscòtila con digiuni, fagli dire le messe de San Gregoro, il paternostro de San Giuliano e qualche orazione, ché la merita.
Aloigia
Credi tu ch’io no ’l facessi, se bisognassi? La poveretta!
Rosso
Per piangere non la riarai tu!
Aloigia
Come che quando mi ricordo che sino a gli sbirri gli facevano di beretta, mi scoppia el cuore; e non è però un mese che all’ostaria del Pavone e’ la bevette forse di sei ragioni vini, sempre al boccale, senza una reputazione al mondo. Non fu mai la meglior compagna, né mai fu donna vecchia di sí gran pasto e di cosí poca fatica.
Rosso
Però la morte la vuole per sé.
Aloigia
Al beccaio, al pizzicagnolo, al mercato, a la fiera, al fiume, al forno, a la stufa, al barbiero, a la gabella, a la taverna, con sbirri, cuochi, messi, preti, frati e fra’ soldati, sempre sempre toccava a favellare a lei, e era una Salamona tenuta.
Rosso
Abrucia, impicca, e non ci campa piú né un uomo né una donna da bene!
Aloigia
Come una draga e una paladina andava a cavare gli occhi agl’impiccati, per cimiteri, de notte, a cavare l’unghie a’ morti per fare certe medecine per el mal del fianco. Si trasformava in gatta, in topo, in cane e andava sopra acqua e sopra vento a la noce de Benevento.
Rosso
Come ha ella nome?
Aloigia
Madonna Maggiorina, con reverenzia parlando. Non ti segnare, ché gli è ciò che tu odi.
Rosso
A questo modo si fa ragione a Roma? Oh, oh, oh, oh, la mi rincresce pure.
Aloigia
Però tu sei uomo diritto, perciò te rincresce!
Rosso
Se fussi mezzo agosto, la faría chiedere da’ rioni, per mezzo di Rienzo Capovacina, di Lielo caporione de Parione.
Aloigia
Se avessino, con la mitria, spuntati gl’orecchi e ’l naso ci si poteva stare, ch’anch’io quando era giovene l’ho provato, e poi [è] un pizzico di mosca; dipoi bisogna provare qualche cosa di qua, per non ire, di là, a casa calda.
Rosso
È vero, e’ preti dal bon vino ebbero pazienzia, loro che furono squartati.
Aloigia
Quella fu altra ribaldaria e forse che non erano fratelli giurati de la mia maestra?
Rosso
Or lasciamo ire le cose coleriche e ragioniamo de le alegre perché morremo anche noi, e Dio el sa se meglio o peggio. Aloigia, noi siamo felici: el mio padrone è inamorato di Laura di messer Luzio.
Aloigia
È mio fratello di latte.
Rosso
Ricchi siamo! Egli non l’ha mai scoperto a persona, e sognando hoglielo da lui sentito. Io vorrei...
Aloigia
Taci e lascia fare a me: tu vòi che gli diamo ad intendere che la stia mal di lui.
Rosso
Entriamo in casa, ché tu vali piú che un destro a chi ha preso le pillole.