La Cortigiana (1525)/Atto secondo/Scena quinta

Atto secondo
Scena quinta

../../Atto secondo/Scena quarta ../../Atto secondo/Scena sesta IncludiIntestazione 30 maggio 2008 75% Teatro

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Flaminio e Sempronio, vecchio.

Sempronio
Donque, tu mi consigli di metter Camillo mio figliolo al servizio de la Corte?
Flaminio
Sí, se già il tuo figliolo odiassi da inimico.
Sempronio
Molto è intristita la Corte al tempo di voi altri cortigiani. Io mi ricordo che quando io stetti con Monsignore Reverendissimo che non era altro paradiso, e tutti eravamo ricchi, favoriti e fratelli.
Flaminio
Voi vecchi ve ne andate dietro a le regole del tempo antico e noi siamo nel moderno, in nome del centopaia! Al tempo tuo a un servitore di papa Janni era dato letto, camera, legne, candele, cavalcatura, pagato la lavandara, il barbieri, il salario del garzon, e ’l vestito doe volte l’anno; e adesso un povero cortigiano a pena è accettato, [ha] a comprarsi l’acqua e il fuoco, e quando pure pure t’è fatto carezze, te si concede un mezzo famiglio. Or pensa come è possibile ch’un mezzo uomo basti a un intero! Quanto c’è di buono è che se tu t’ammali, ancor che fussi in lor servitú, ti si provede d’un spedale, e con mille prieghi.
Sempronio
O che fanno egli de tante entrate?
Flaminio
A le puttane e ragazzi, o veramente moiono senza cavarsi mai la fame, e poi lasciano quindici o venti milia scudi a tali che non traríano una coreggia per l’anima loro.
Sempronio
Gran pazzia, però.
Flaminio
Almen trattassero ben la famiglia! Sai tu come fanno i ribaldoni?
Sempronio
Non io.
Flaminio
Gli hanno imparato a mangiar soli in camera e dicano che ’l fanno perché doi pasti il giorno gli amazza e che la sera fanno colazione leggieri leggieri: e i miseroni lo fanno perché non si trattenghino i poveri virtuosi a la tavola loro.
Sempronio
Gran vergogna, per certo, e gran meccanecaría.
Flaminio
Non fu bella quella del Molfetta che, avendo speso el suo spenditore doi baiocchi piú che ’l solito in una laccia, non la volse? Onde certi della famiglia, e cosí lo spenditore, messono tanto per uno e comperòrla e cotta per mangiarla insieme, el bon vescovo, sentito l’odore e corso in cocina, volse anch’egli pagare la rata sua per mangiarne, e i buon compagni non volsero.
Sempronio
Ah, ah; eh, eh; oh, oh; uh, uh!
Flaminio
Una altra piú bella. Io ho inteso in casa del Ponzetta, che fu un Monsignore Reverendissimo, che faceva mettere un ovo e mezzo per frittata e facevalo poi porre ne le forme dove pigliano le pieghe le berette. Avvenne una mattina un caso strano, ch’un vento le portò sino a le scale de S. Pietro come porta le fronde lo autunno, e cadevono in capo a le genti a guisa di diadema.
Sempronio
Ah, ah, ah!
Flaminio
Odi questa altra. Voi avevate per maestri di casa gli uomini e noi le donne. Le matri de’ nostri padroni ci dànno contumacia, assaggion vini, se c’è poca acqua, tengon le chiavi de le cantine, dànno a conto i bocconi: tanti el dí de le feste e tanti i dí neri; e ci misurano sino a le minestre.
Sempronio
So che ’l mio figliolo starà in casa sua.
Flaminio
Dipoi fatto un cortigiano, è fatto un invidioso, ambizioso, misero, ingrato, adulatore, maligno, iniusto, eretico, ipocrito, ladro, ghiotto, insolente e busardo; e se minor vizio che ’l tradimento si trovassi, direi che ’l tradimento è il minor peccato che ci sia.
Sempronio
Come, i ladri ancora sono in Corte?
Flaminio
Ladri, sí! Il minor furto che ci si faccia è el robarsi dieci o venti anni a la vita e servitú tua, e non si attendere ad altro ch’aspettare che muoia questo o quello; e se per sorte avvenne che colui del quale hai impetrati [i] benefizii campi, tutti quei fastidi, tutte quelle febbre e dolori che ha avuto nel male quello per la morte del quale credevi esser ricco, tormentono te, sconsolato per la sanità sua. Cose crudeli a desiderare la morte a chi non ti offese mai!
Sempronio
Non m’aiuti Dio, se Camillo serve mai Corte.
Flaminio
Sempronio, se tu ti consigli meco perché io dica a tuo modo è una, ma se tu vuoi ch’io dica el vero è un’altra.
Sempronio
Ti sono obligatissimo, Flaminio, e conosco che sei verace uomo e da ben. Io delibero non mandare il mio figliolo con niuno e ci riparleremo piú per agio. Io voglio ire a pigliare i denari del mio offizio al banco de li Strozzi.
Flaminio
E io mi tornerò in Corte a consumarmi de dispiacere.