La Cicceide legittima/II/LXXV
Questo testo è stato riletto e controllato. |
Giovanni Francesco Lazzarelli - La Cicceide (XVII secolo)
LXXV
◄ | II - LXXIV | II - LXXVI | ► |
L’Autore, morto D. Ciccio, non può più poetar di lui.
Al Sig. Abbate Antonio Leonardi.
S
Ignor, D. Ciccio il poverel morio, Così volendo il suo destin severo,
E fu allor che per doglia il Delio Dio
4Le bacche a i Lauri suoi vestì di nero.
L’acque lassù del bel Castalio Rio
Fu pure allor che si cangiaro in siero,
E ch’a l’afflitta inconsolabil Clio
8Per il duol si chiuse il mestrual sentiero.
Dunque s’ei per voler d’iniquo Fato,
Solito a condannar senza processi,
11Ha già l’ultimo spirito esalato,
Anche ogni scherzo mio convien che cessi;
Poiché quando i Pallon perdono il fiato
14Sai che non si può più giocar con essi.